Si finge immobiliarista e vende uno stabile a quasi 60mila euro, i proprietari non ne sapevano nulla
La Guardia di Finanza ha smascherato la truffa del finto immobiliarista: denunciati un pluripregiudicato e la cognata, sequestrati 58mila euro
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Treviso, hanno accertato che un pluripregiudicato, con una spiccata e pluridecennale attitudine a commettere delitti contro il patrimonio e la fede pubblica, presentandosi come rappresentante legale di una società immobiliare, ha proposto a un soggetto l’acquisto di un immobile di proprietà di una coppia di coniugi, non intenzionati alla cessione del bene e ignari dell’offerta di vendita (in copertina: immagine di repertorio creata con l'intelligenza artificiale).
La truffa del finto immobiliarista
Il raggiro, come ci ha spiegato nel dettaglio il Tenente Colonnello Fabio Leo, Comandante del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Treviso, si è innescato dopo che il truffatore è venuto a conoscenza delle difficoltà nella compravendita. All'inizio infatti l'acquirente aveva visto l'immobile e sentito i proprietari diretti, ma questi si erano oppositi dicendogli che lo stabile non fosse in vendita. La scaltrezza del truffatore è stata nell'inserirsi come intermediario totale, convincendo l'acquirente che sarebbe stato lui ad occuparsi del tutto e a sbloccare la compravendita. I proprietari, tuttavia, non sono mai stati contattati dal finto immobiliarista.
A seguito della sottoscrizione di un accordo preliminare, l’acquirente ha quindi versato al sedicente immobiliarista 55.000 euro a mezzo bonifico bancario e 5.000 euro in contanti.
La scoperta della truffa
Nel contratto preliminare, firmato presso un'abitazione privata e non da un notaio (particolare fondamentale nella buona riuscita della truffa perché avrebbe potuto smascherare il raggiro fin da subito), è stata fissata una data per il perfezionamento della compravendita dell'immobile. Una volta trascorsi inutilmente tre anni, scadenza finale dell'accordo privato, tuttavia, l'acquirente non è entrato in possesso dello stabile e per questo motivo ha avviato un procedimento civile nei confronti della società immobiliare, al fine di recuperare quanto versato.
E' stato solo allora che è venuto a conoscenza del fatto che l’intermediario, nonché artefice della truffa, non rivestiva né aveva mai ricoperto alcun incarico rappresentativo e/o di gestione nella predetta impresa. L'acquirente, inoltre, non ha potuto scoprire nulla perché l'agenzia a cui faceva capo il finto immobiliarista era gestita dalla cognata del truffatore, la quale ha svolto un ruolo fondamentale nel portare avanti il raggiro. Telefonare all'agenzia o presentarsi di persona sarebbe quindi stato inutile.
Sulla scorta dell’analisi della documentazione bancaria e degli approfondimenti investigativi, i finanzieri hanno rilevato che parte dei proventi della truffa, pari a 49.000 euro, sono confluiti su un conto corrente di una società, formalmente intestata alla cognata del pluripregiudicato, ma di fatto gestita da quest’ultimo, per poi rientrare nella disponibilità del truffatore. Gli ulteriori 9.500 euro invece sono stati impiegati direttamente dall’indagato in un’attività imprenditoriale a lui riconducibile, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro.
Denunciati pluripregiudicato e cognata, sequestrati 58mila euro
All’esito delle investigazioni, le Fiamme Gialle di Treviso hanno segnalato alla locale Procura della Repubblica i due soggetti, a vario titolo, per le ipotesi di reato di truffa, riciclaggio e autoriciclaggio, con l’aggravante derivante dal danno patrimoniale di rilevante entità causato alla parte offesa.
Al termine delle indagini è stata data esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Treviso, di disponibilità finanziarie, quote societarie e beni immobili per un valore di 9.500,00 euro in capo al pluripregiudicato e di 49.000,00 euro in capo alla cognata.
In considerazione dell’attuale fase di investigazioni preliminari, gli indagati sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza (art. 5, comma 1, D.lgs. n. 106/2006, come introdotto dall’art. 3 del D.Lgs. n. 188/2021).