Si punta a fare espellere dall'Arabia la hostess trevigiana in carcere per uno spinello nel reggiseno
Contestazione formale delle imputazioni chiesta dalla Farnesina, la visita in carcere del padre
Sono tre le novità sul caso della hostess 31enne di Treviso che si trova da quasi un mese in un carcere dell'Arabia Saudita e rischia addirittura una condanna a morte per esser stata sorpresa con uno spinello nel reggiseno a una festa privata.
Nel Paese islamico, lo ricordiamo, il possesso di droga è punito con pene detentive e corporali (fino alle fustigazioni pubbliche), lo spaccio invece con la stessa pena prevista per omicidio e stupro, ovvero la pena di morte tramite decapitazione, impiccagione o fucilazione.
Si punta a fare espellere dall'Arabia la hostess trevigiana
Ilaria De Rosa, la hostess 23enne originaria di Resana, in provincia di Treviso, Veneto (dove vive ancora la madre Marisa Boin), era stata arrestata a inizio maggio a Gedda (nella notte tra il 2 e il 3). Per la giovane dipendente della compagnia aerea lituana Avion Express un'accusa pesante: detenzione e spaccio internazionale di stupefacenti.
Da quando la notizia è stata diffusa, si sono susseguite molteplici versioni. Secondo l'ultima e più accreditata, la ragazza sarebbe stata arrestata perché la polizia dell’Arabia Saudita le ha trovato uno spinello nascosto nel reggiseno in seguito a una perquisizione nel giardino di una villa in un compound, una sorta di residence. Lì, con altre persone, ospite a casa di un amico per una cena, avrebbe assistito al blitz di una decina di poliziotti in borghese ma armati, tanto da aver pensato inizialmente che si trattasse di una rapina. Poi l'arresto.
Perde quota la versione secondo cui sarebbe stata fermata su un automobile dopo una festa in spiaggia con alcuni cittadini tunisini, accantonata infine quella secondo cui sarebbe stata arrestata in aeroporto all'atterraggio dopo il suo ultimo volo.
Le tre novità nel caso della hostess trevigiana in Arabia
La prima novità è che Ilaria De Rosa ha ricevuto la visita in carcere da parte del padre Michele De Rosa (che lavora per la Nato e vive in Olanda a Maastricht, dove anche Ilaria ha preso residenza e dove si è laureata al United World College). Il console italiano Leonardo Maria Costa, lunedì 22 maggio 2023, l'aveva già incontrata e aveva detto che stava bene. De Rosa aveva detto al diplomatico di aver ribadito durante un interrogatorio in inglese (avvenuto solo 5 giorni dopo l'arresto) di non aver consumato sostanze stupefacenti o bevande alcoliche, ma di esser stata costretta a firmare una deposizione in arabo di cui però ignorava il contenuto.
La seconda novità è la strategia difensiva elaborata insieme agli avvocati locali, consigliati dal Consolato. Il problema è che sembra ancora fumoso il capo di imputazione: se la giovane ha semplicemente nascosto una "canna" non sua, magari per proteggere un amico, sperando forse in un controllo meno approfondito su una donna, è ben diverso rispetto al ritrovarsi un'accusa di traffico internazionale di stupefacenti. La Farnesina a questo punto vuole arrivare a una contestazione formale delle imputazioni, proprio per sgombrare il campo da dubbi.
La terza novità è un corollario della precedente. L'obiettivo è riportare a casa la hostess prima possibile e toglierla dal carcere saudita: si lavora sull’ipotesi di un’espulsione per poi portare avanti dall'Italia la linea difensiva, in un contesto ben diverso.