Tragedia di Spresiano, l'ultimo litigio sui cani poi la follia
C'erano stati diversi screzi ma nulla che lasciasse presagire il dramma consumatosi ieri. La figlia minore della 50enne innocente testimone.
di Alessandro Lanza
La dinamica e il probabile movente della tragedia di ieri pomeriggio a Spresiano. C'erano stati doversi screzi, l'ultimo a causa dei cani. La figlia minorenne ha visto tutto.
Tragedia di Spresiano, l'ultimo litigio sui cani poi la follia
Le urla disperate, poi uno sparo assordante a squarciare un tranquillo e soleggiato pomeriggio. Infine un orrendo silenzio, prima che l'arrivo di ambulanze e Carabinieri svelasse la tragedia consumatasi nel tardo pomeriggio di ieri a Visnadello di Spresiano, in via XXIV Maggio.
Sono stati i vicini che, intorno alle 17.30, sentendo quei rumori anomali e terrificanti, hanno allertato il 118 e i militari, accorrendo per primi sul posto per verificare cosa fosse successo. La scena che si sono trovati davanti, nel giardino dell'abitazione al civico 89, è stata raccapricciante: riverso a terra il cadavere di una donna, la 50enne Bruna Mariotto, cui era appena stato sparato un colpo di fucile (lo si saprà poco dopo) in pieno volto. A fianco a lei, innocente testimone del delitto, la figlia minorenne, subito presa in custodia proprio da uno dei vicini e allontanata dal corpo della madre.
Un altro colpo
Ma non era ancora finita perché, proprio in quei drammatici istanti, un altro colpo è stato avvertito poco distante: ad esploderlo stavolta, ma contro sé stesso, Lino Baseotto, 81 anni, suocero della vittima.
Il marito della donna e figlio dell'omicida, invece, non si trovava in casa in quel momento. Le due famiglie vivevano nella stessa abitazione: una al piano di sopra, l'altra sotto. Non si sarebbe infine accorta di nulla, anche probabilmente a causa delle precarie condizioni di salute, l'anziana moglie di Baseotto, che pure era in casa.
La dinamica e il probabile movente
I Carabinieri della stazione di Spresiano e Treviso hanno poi ricostruito, con poco margine di errore, la dinamica della tragedia: probabilmente a causa di ripetuti litigi e di un evidente rancore covato nel tempo, l'ultimo a causa dei cani (l'anziano ne aveva due, mentre il figlio e la nuora un altro di taglia più piccola), l'81enne ha imbracciato il suo fucile da caccia, regolarmente denunciato, e - in un raptus di follia - ha sparato alla nuora in pieno volto, proprio in mezzo al giardino di casa.
Dopodiché l'uomo si è rinchiuso in un capanno degli attrezzi poco distante, ma sempre nella pertinenza dell'abitazione, e si è tolto la vita rivolgendo l'arma contro sé stesso.
Sul posto anche il pm Daniela Brunetti, che ha ascoltato i testimoni e tutte le persone coinvolte a vario titolo nella vicenda.