Estorsione aggravata

Treviso, così hanno "spolpato" l'azienda rendendo la vita un inferno a titolari e dipendenti

Scattate le misure cautelari personali nei confronti di tre persone ritenute gravemente indiziate del reato di estorsione aggravata continuata, a danno del responsabile commerciale e dell’amministratore unico di una società di consulenza aziendale con sede a Treviso.

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Tre persone gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, del reato di estorsione aggravata continuata.

Treviso, così hanno "spolpato" l'azienda rendendo la vita un inferno a titolari e dipendenti

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Treviso, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa nei confronti di tre persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, del reato di estorsione aggravata continuata, in danno del responsabile commerciale e dell’amministratore unico di una società di consulenza aziendale con sede a Treviso.

A due dei destinatari del provvedimento restrittivo, un 54enne del veneziano e un 51enne di Gorizia, è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere mentre al terzo correo, un 45enne del trevigiano, è stato imposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza con contestuale presentazione giornaliera alla Polizia Giudiziaria.

L'indagine

Secondo le prime risultanze delle indagini le vittime sarebbero state costrette a cedere agli indagati la gestione di fatto della loro azienda - “holding” di un gruppo - e delle due società partecipate nonché a subire la presenza giornaliera, presso gli uffici delle ditte, degli indagati, che li costringevano a consegnare loro rilevanti somme di denaro e beni e autovetture anche di lusso.

Grazie alle dichiarazioni raccolte dai numerosi testimoni escussi, puntualmente avvalorate da una meticolosa attività di riscontro dei militari dell’Arma che documentava posizioni e rapporti degli indagati e delle persone offese, sono state infatti evidenziate le inquietanti condotte dei tre estorsori, che, dopo aver inizialmente avvicinato le vittime con la scusa di portare nuova clientela e conseguenti profitti, avrebbero perpetrato una ingiustificata, violenta infiltrazione nelle aziende del gruppo con metodi molto vicini a quelli della criminalità organizzata, fra i quali, secondo quanto denunciato dalle vittime:

  • l’aggressione, nel maggio del 2020, ai danni del responsabile commerciale della holding, ripetutamente percosso nel parcheggio della ditta, al quale i tre chiedevano il “recupero” di un’ingente somma di denaro asseritamente loro dovuta, rivolgendogli la significativa frase “…da adesso voi lavorate per noi”
  • l’appropriazione, sotto minaccia, di una decina di autovetture, tra le quali due fuoristrada ed una cabrio di lusso, intestate alle società in questione
  • ripetute gravi minacce, anche di morte e violenze fisiche, commesse, sin dall’estate del 2020 e per diversi mesi, in danno delle vittime ed ai loro famigliari se non avessero ottemperato a ingenti richieste di denaro, sempre nell’ordine di svariate decine di migliaia di Euro, obbligandoli ad effettuare operazioni finanziarie, movimenti economici, prelievi di denaro contante e assunzioni di personale sotto il loro stretto, assoluto controllo
  • la costante presenza degli indagati negli uffici della holding, con atteggiamenti prepotenti e vessatori che determinavano l’abbandono del lavoro da parte di diversi collaboratori delle ditte interessate.

Il verosimile obiettivo degli indagati, secondo le risultanze raccolte, era quello di sfruttare al massimo le potenzialità dell’intera filiera societaria, per ricavare a loro vantaggio, elevatissimi guadagni e di avviarla poi al fallimento una volta svuotata del patrimonio: il danno subito dall’azienda è stato quantificato in più di 1 mln di Euro.

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