Spacciava hashish e marijuana agli eventi sportivi, per tre anni non potrà entrare in stadi e palazzetti
Il Questore Alessandra Simone ha emesso un Daspo nei confronti di un cittadino 26enne di origini marocchine, condannato per spaccio di stupefacenti (anche a minori) ed estorsione
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Tra gli ultimi provvedimenti emessi dal Questore di Treviso, Alessandra Simone, è stato emanato anche un Daspo nei confronti di un 26enne di origini marocchine, condannato dal Tribunale per spaccio di stupefacenti (anche a minori) e per un tentativo di estorsione. Il giovane classe 1998 era solito vendere delle sostanze, soprattutto hashish e marijuana, durante manifestazioni sportive, per questo motivo, per i prossimi tre anni, non potrà entrare in stadi e palazzetti.
Daspo per un pusher 26enne
Nel dettaglio, la nota stampa diffusa dalla Questura fa sapere che il 26enne si è reso responsabile di molteplici cessioni di hashish e marijuana, anche nei confronti di soggetti minori, avvenute a Treviso e nel suo hinterland a partire dal 2021 e sino alla fine del 2024.
Durante una di queste cessioni, inoltre, il 26enne aveva tentato di estorcere da un suo connazionale una somma di denaro ulteriore rispetto quella già pagata dalla vittima, per un preteso debito sempre collegato al mondo degli stupefacenti.
"A seguito del passaggio in giudicato della sentenza e di un’accurata istruttoria condotta dalla Divisione Anticrimine della Questura, la Polizia di Stato si è subito attivata per l’emissione della misura di prevenzione del Questore. Nei confronti del 26enne è così scattata la misura del Daspo, che gli impedirà di accedere per i prossimi tre anni agli impianti sportivi dove si svolgono incontri di calcio e basket, compresi quelli dilettantistici ed amichevoli, oltre che di stazionare nell’arco dei 200 metri dai luoghi ove si svolgono le manifestazioni calcistiche e cestistiche delle squadre trevigiane".
La misura del Daspo fuori contesto è uno strumento introdotto dal legislatore e messo a disposizione dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, per evitare che i soggetti responsabili di gravi fatti reato possano rendersi responsabili di condotte analoghe anche nel delicato contesto delle manifestazioni sportive, connotate da una condizione di particolare rischio per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Mi pare di capire che lo Stato controlli i luoghi dello spaccio. Grazie al Daspo per i prossimi tre anni, questi spacciatori, non potranno entrare in stadi e palazzetti a spacciare, ma potranno farlo in altri luoghi. Un capolavoro!