Vino Verdiso, la 31esima mostra sarà virtuale: "Non ci pieghiamo al Covid"
La rassegna 2020 sarà virtuale, ma cantine e territorio sono pronti ad accogliere gli enoturisti. La Pro loco non "abbassa la testa".
L’emergenza Coronavirus non cancella la 31^ Mostra del vino Verdiso.
L'inaugurazione a distanza domani, sabato 9
“E’ Verdiso” non cede il passo...neppure al Covid-19. Pur restando in linea con divieti e disposizioni governative la Pro Loco di Combai ha deciso di non abbassare la testa:
“Non permetteremo al virus di avere partita vinta – afferma Maria Vittoria Moro -. Daremo scacco matto!”.
E così, la mostra del vino Verdiso, in programma dall’8 al 17 maggio, resta “virtualmente” in calendario, spostandosi però completamente sul web, dove negli ultimi mesi ciascuno di noi si è rifugiato, per lavoro o per diletto. La 31^ edizione della rassegna non si cancella, ma si vive in maniera diversa. Come? I volontari della Pro
Loco hanno scatenato la fantasia e liberato nell’aria energia e positività, che inevitabilmente viaggeranno su
dispositivi tecnologici; attraverso la “navigazione”, i visitatori saranno spinti a planare sulla pagina facebook,
dove sarà possibile seguire, e condividere, lo speciale programma della manifestazione. Saranno coinvolti i
produttori di Verdiso, ciascuno dei quali posterà foto e video dell’azienda, mettendo in risalto vino e vigneti,
cantine e bottiglie. Quanti hanno partecipato alla “Sbecotando” saranno invece invitati a inviare le loro foto,
che il prossimo anno saranno posizionate lungo il percorso della camminata.
I ristoratori della zona, anziché servire i piatti della tradizione, regaleranno ricette e dispenseranno idee
originali da portare in tavola: creatività sarà la parola d’ordine.
Obiettivo continuare ad attirare gli enoturisti
“Creativi, divertenti e convincenti. Lo scopo – prosegue la presidente della Pro Loco – è di continuare ad attirare sulle nostre colline gli enoturisti, che non devono assolutamente disertare l’acquisto di Verdiso né dimenticare la bellezza del paesaggio. È un modo per mantenere vivo un sentimento e forte un legame; la pandemia finirà e intorno alla nostra Mostra dei vini torneremo ad abbracciaci. Ora non è possibile aprire le porte del Salone delle Feste, ma nulla ci vieta di spalancare i social per sentirci più vicini”.
L’inaugurazione manterrà data e orario prestabiliti (sabato 9 maggio alle 19), ma vedrà protagoniste due
sole persone, il sindaco di Miane, Denny Buso, e la presidente della Pro Loco di Combai. Insieme, con tanto di tricolore, guanti e mascherine, e rispettando le distanze di sicurezza, daranno ufficialmente il via alla
“straordinaria” kermesse targata 2020, immersi nel verde delle vigne:
“Brinderemo insieme per scongiurare ulteriori sciagure e soprattutto per richiamare tutti a un forte senso di solidarietà. Siamo consapevoli della gravità del momento – aggiunge Maria Vittoria Moro -, tuttavia è importante saper guardare avanti, aiutando le attività locali a rialzarsi in piedi. Una sfida che la Pro Loco ha raccolto. Sentiamo più che mai l’obbligo di promuovere il commercio e le attività ricettive di questa terra. Per questo motivo non abbiamo voluto semplicemente cancellare la manifestazione. “È Verdiso” farà da volano, seppur virtualmente. La nostra associazione non ha interesse nel fare soldi, bensì nel tenere in vita bar, ristoranti, B&B, cantine: il cuore pulsante della nostra economia, la vita di migliaia di persone”.
Amici del Verdisio
L’associazione nasce nel 1991 da un gruppo di produttori con l’intento di recuperare e salvaguardare un vitigno autoctono e l’unicità dei caratteri organolettici del suo vino. La mission: conferire nuovamente al Verdiso il ruolo di primo attore e trasferire al consumatore gli elementi necessari ad identificare il vino con il suo territorio, intrecciando storia, tradizioni e antico sapere, con la bellezza di un paesaggio unico. L'Associazione collabora con la Pro Loco di Combai nell'organizzazione della manifestazione “é Verdiso”, volta alla valorizzazione di questo caratteristico vino. Il Verdiso è un vitigno autoctono della Pedemontana trevigiana la cui esistenza documentata
risale ad oltre due secoli fa. Il suo impianto fu imposto ai coloni dell'Abbazia di Follina già nel 1788.
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