I "nuovi affreschi" di Villa Pisani

Affreschi del ‘500, quindi rinascimentali, che hanno portato a retrodatare la villa di Montebelluna di un secolo

I "nuovi affreschi" di Villa Pisani
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I "nuovi affreschi" di Villa Pisani. Saranno inaugurate domani, dalle 15.30, le nuove sale affrescate di Villa Pisani.

Un restauro che si era reso necessario dopo la scoperta, a sorpresa nel corso di lavori per la realizzazione del MeVe, di una serie di affreschi di pregio all’interno della struttura.

L’operazione - eseguita dalla ditta Mauro Vita – restauro e conservazione sotto la direzione lavori di Lodovico Mazzero - è stata possibile grazie alla partnership tra le risorse comunali, quelle pubbliche e quelle private in quanto le opere inizialmente non erano previste nel capitolato dei lavori e richiedevano un intervento sull’ordine dei 200 mila euro.

La scoperta di questi affreschi ha portato alla scelta da parte della maggioranza, che ringrazio, di utilizzare 150mila euro dell’avanzo per cercare di completare l’opera cui si è aggiunto il contributo di di 37.500 euro da parte dell’Istituto Regionale Ville Venete ed ulteriori 20mila euro finanziati da 5 imprese locali che pure ringrazio con la formula dell’art bonus (Tecnocrom di Lallo Zaffaina e Gianpaolo Gallina, Clod srl di Armando Sartor, Montelvini srl di Armando Serena, Badoer Infissi srl di Ferruccio Badoer, e l’azienda di Paolo Colognese (Zoppas). Questa restituzione ha un duplice valore, sia storico che artistico perché, se da un lato consente di retrodatare la Villa di due secoli, dall’altro la rende ancora più preziosa: un patrimonio di assoluta qualità che ora viene riportato completamente alla luce.

Una restituzione importante perché una delle tre nuove sale contiene affreschi del ‘500, quindi rinascimentali, che hanno portato a retrodatare la villa di un secolo. Affreschi di grande pregio che rappresentano ville, una città e un anfiteatro e delle figure di donna di grande eleganza.

Una sala con decorazioni riporta a paesaggi d’acqua appartenenti ad aree geografiche che vanno dal nostro veneziano, all’Europa e all’Oriente. E poi, a sorpresa, una sala con lacerti di affreschi che dopo i primi rinvenimenti sembravano avere una caratteristica futurista ed invece, una volta tolto l’intonaco, si sono rivelati essere paesaggi esotici con palme e fiori del deserto e che sono stati realizzati nel corso del ‘700.

L’ultima sala, nello specifico, rappresenta un’unicità nel panorama delle Ville Venete e che merita assolutamente di essere vista per la particolarità e l’eccezionalità dell’opera.

Spiega Mauro Vita: “La Soprintendenza si è dimostrata molto interessata alla scoperta della sala che riportata la data del 1732 e che riportata ad un’icnografia mai vista nelle Ville Venete di questa tipologia. Per avere una datazione precisa è in corso una analisi sui pigmenti da parte dell'Università di Padova – quello blu e quello rosso – che ci permetteranno di comprendere la collocazione temporale non solo di quella sala ma anche di quella adiacente che, seppur più riconducibile alla tipologia standard, presenta dei motivi e dei decori in linea con la prima per cui è verosimile pensare che possano essere coeve”.

Domani verrà anche presentata un’operazione veramente originale di restauro realizzata nella sala affrescata del Faustino Moretti. Un recupero delle quattro figure allegoriche dedicate alle quattro stagioni che erano state coperte da altre quattro figure di tonalità azzurra in tempi più recenti, probabilmente nell’800.

Il recupero è stato possibile tramite una tecnica davvero particolare, e in certi momenti anche rischiosa, che ha permesso di strappare il colore delle immagini sovrapposte rivelando le figure originali affrescate dal Moretti. Le quattro immagini “strappate” sono conservate su delle tele che saranno esposte affianco alle originali il giorno dell’inaugurazione.

Il restauro della sala del '500

All’inizio dei lavori di restauro è stata realizzata una campagna stratigrafica, utile per individuare la successione di intonaci presenti su un manufatto e le relative coloriture.

La campagna ha messo in evidenza il complesso apparato decorativo di notevole pregio realizzato a fresco e mezzo fresco, in un periodo presumibilmente coevo agli affreschi del salone, celato al di sotto di più strati di colore ed intonaco.

Dopo la completa demolizione dell’intonaco, si è proceduto con il consolidamento degli strati ed effettuata la pulitura della superficie pittorica rinvenuta. E’ stata quindi operata la rimozione meccanica delle stuccature salvabordo, precedentemente effettuate in fase di consolidamento mentre le picchettature sono state lasciate tali e quali, quale testimonianza storica delle vicissitudini degli affreschi.

Le abrasioni sono state integrate con la stesura a velatura di colori stabili legati a gomma arabica. Le lacune sono state integrate ed il soffitto è stato completamente ricostruito dato che la struttura esistente ante restauro non era coeva alle pareti rinvenute bensì agli strati successivi e presentava spanciamenti tali da risultare pericolosa.

L'operazione di recupero "a strappo"

In fase di pulitura si è riscontrata la presenza di ridipinture nelle quattro nicchie raffiguranti le quattro stagioni e nelle due nicchie centrali a sfondo azzurro. In fase di lavoro sono state realizzate analisi non distruttive dall’Università di Padova grazie alla collaborazione tra la stessa e la Soprintendenza. Sono stati quindi eseguiti dei tasselli che hanno porta o alla luce la presenza di paesaggi che facevano da sfondo alle allegorie delle quattro stagioni coeve alle restanti decorazioni.

E’ stata quindi compiuta la scelta di intervenire con lo strappo delle superfici visibili per poter poi procedere con il restauro delle superfici sottostante. Le allegorie non originali erano state realizzate su stesura di gesso con apposizione successiva di uno strato di colore azzurro a tempera magra. Per procedere con lo strappo si è resa necessario il rinforzo delle superfici esterne; sono state poi sovrapposte due tele di crinolino, tessuto in puro filo di cotone applicate alla superficie da strappare mediante colla forte. Una volta eseguito lo strappo, le tele ottenute sono state ripulite sul verso dagli strati incoerenti di preparazione; con un legante è stata applicata la tela da rifodero sul verso. Infine il recto delle opere è stato pulito dalle tele di strappo e dalla colla forte con uso di acqua tiepida.

Le superfici originali così ritrovate sono state restaurate partendo dal descialbo manuale degli strati di preparazione sovrammessi rimasti dopo lo strappo. Sono state successivamente eseguite le stuccature delle lacune di pellicola pittorica e del primo strato preparatorio con malta a base di calce aerea ed inerte polvere di marmo. E’ stato infine eseguito il ritocco pittorico delle lacune e/o abrasioni della pellicola pittorica con pigmenti stabili legati in gomma arabica stesi a velatura sottotono e puntualmente nelle piccole abrasioni.

Commenti
flavia

Bellissimo! Un patrimonio che onora il nostro quartiere e la città tutta. Come sempre non si dona mai merito anche a chi ha lavorato con le proprie mani su questi tesori!

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