Treviso

#Dateciunfuturo: protesta social di acconciatori ed estetiste di Confartigianato contro il prolungamento delle chiusure

Papa: "Così non è possibile garantire la sopravvivenza delle nostre imprese"

#Dateciunfuturo: protesta social di acconciatori ed estetiste di Confartigianato contro il prolungamento delle chiusure
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Il mancato inserimento del settore dell’acconciatura ed estetica nell’allegato 3 del Dpcm dello scorso 26 aprile aggrava il già pesante bilancio delle perdite.

La protesta social

Far sentire la propria voce e cercare di far capire la gravità della situazione economica. Giannantonio Papa, presidente del Gruppo Benessere di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana ha spiegato:

"Sono i numeri che giustificano la mobilitazione. Il prolungato lockdown e la concorrenza sleale del sommerso stanno ampliando le perdite per gli operatori dell'acconciatura ed estetica nel quale operano 2.112 imprese trevigiane delle 11.961 venete, che danno lavoro a 4.447 addetti nella Marca (24.957 in Veneto). Nel settore le imprese artigiane rappresentano il 74,0% del totale. 23 milioni di euro la perdita di fatturato stimata sino ad ora solo nella nostra provincia (130 milioni in Regione)".

Lo slogan

“Ci negate il futuro. Se non c’è fiducia prendetevi le nostre imprese #Dateciunfuturo: è questo lo slogan della campagna social promossa a livello di sistema Veneto già virale su Facebook. A tal proposito il presidente Papa spiega:

"Abbiamo chiesto a colleghi e clienti di condividere il più possibile il banner della nostra campagna, abbiamo proposto inoltre di stampare il volantino e farsi un selfie davanti al negozio postando la foto sui social con l’hashtag #Dateciunfuturo. Una protesta nel pieno rispetto delle regole, verso il Governo per una nostra rapida apertura. Un ulteriore mese di chiusura non è economicamente sopportabile dalle nostre imprese che rischiano di dover 'deporre' spazzole, forbici, limette e tutto il resto dell’attrezzatura".

Aumenta il tasso di irregolarità

L’incomprensibile ed inaccettabile decisione del Governo di rinviare al 1° giugno la riapertura di acconciatori e centri estetici, amplia le perdite di fatturato delle imprese regolari a cui si sommano gli effetti della concorrenza sleale del sommerso. Il tasso di irregolarità del lavoro è del 26,3% nel settore dei servizi alla persona e attività artistiche e di intrattenimento, nel quale sono ricompresi gli acconciatori e istituti di estetica.  Il mancato inserimento del settore dell’acconciatura ed estetica nell’allegato 3 del Dpcm dello scorso 26 aprile aggrava il già pesante bilancio delle perdite: quella legata alla chiusura prolungata fino al 1° di giugno è pari a 130 milioni di euro a livello regionale per le 11.961 aziende artigiane del Veneto ed i loro 25mila addetti, il 26,5% del fatturato annuo. Le potenziali ripercussioni sull'occupazione sono pesanti: i mancati ricavi, infatti, mettono a rischio il lavoro di 7 mila addetti del settore.  Giannantonio Papa ha concluso:

"Così non è possibile garantire la sopravvivenza delle nostre imprese e pertanto, auspichiamo che il Governo, in considerazione delle esigenze, adotti a brevissimo strumenti normativi adeguati a tutelare il tessuto socio-economico del nostro Paese e finalizzati a una rapida ripresa in sicurezza di tutte le attività economiche, con conseguente superamento del concetto di pericolosità sulla base della classificazione ATECO delle attività".

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