Nani Rizzi, vino dalle radici solide e profonde

L’azienda, cresciuta nel solco tracciato oltre un secolo fa, fu fondata nel 1887 da Giovanni Spagnol, il cui soprannome oggi ne rappresenta il marchio.

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Nani Rizzi, vino dalle radici solide e profonde

Denis + figlie
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Vigneto Nani Rizzi
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Ida
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Ergi
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Ergi.
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Denis.
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Denis da piccolo.
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Era il lontano 1887 quando Giovanni Spagnol, detto Nani Rizzi (per distinguersi dalle numerose altre famiglie omonime che vivevano a Guia di Valdobbiadene e dintorni), iniziò a coltivare i vigneti. Dieci ettari di terreni su cui aveva creato l’azienda agricola che allevava anche mucche da latte, tori e galline. I vigneti di uva «glera» (a quei tempi semplicemente prosecco), li aveva prevalentemente nella zona chiamata «Pareda».

L’azienda fu poi portata avanti dal figlio Ergi, nome di origine ungherese, dove «Nani» visse per qualche tempo. Ed è proprio da una lettera di Giovanni dall’Ungheria che è stata estrapolata la firma che oggi rappresenta l’elegante marchio aziendale. Il figlio Ergi con la moglie Ida proseguirono la tradizione di famiglia, nell’allevamento e nella viticoltura. Ebbero un figlio, Denis, attuale titolare della Nani Rizzi e che oggi ha 55 anni. Denis, con il papà Ergi, iniziò la trasformazione dell’azienda e, nel 1988, fu prodotta la prima bottiglia con l’etichetta «Spagnol», producendo un vino tranquillo e uno spumante. Ci fu una crescita costante fin quando, alla fine degli anni ’90, decisero di cambiare etichetta (ancora per potersi distinguere) recuperando il soprannome del fondatore e per mantenere i legami con la propria tradizione. Denis Spagnol si è sposato nel 1988 con Laura, da cui ha avuto tre figlie, Giulia (27 anni) ed Elena (23) che oggi lavorano con lui nell’azienda e Silvia (21) che sta ancora studiando.

L’azienda si è molto ingrandita da quel lontano 1887 in cui venne fondata dal bisnonno «Nani» ma lo spirito è sempre lo stesso. E’ la famiglia il cuore pulsante dell’azienda che tuttavia conta uno staff di una ventina di persona. E anche i vigneti «migliori» sono sempre gli stessi: «Oggi coltiviamo circa 70 ettari seguendo personalmente sia il lavoro nei campi che la vinificazione - dice Giulia Spagnol -. Il vigneto che ci sta più a cuore rimane il “Pareda”, da cui riceviamo anche le preziose uve Perera che vengono utilizzate nella produzione della cuvèe che porta il nome di nonno Ergi».

L’azienda sta anche al passo coi tempi e da quest’anno ha aderito al programma di produzione integrata per la sostenibilità ambientale, per ridurre al minimo l’utilizzo di prodotti per i trattamenti e per tutelare al massimo il consumatore.

«I nostri sforzi - conclude Giulia Spagnol - sono prevalentemente concentrati sulla produzione di Valdobbiadene Docg, il vino spumante che viene prodotto dalle uve delle nostre colline eroiche, dove la coltivazione della vite non è cambiata rispetto al passato e dove la fatica di lavorare su colline straordinarie è ancora ripagata da un eccellente prodotto capace di raccontare che qui da noi la storia, la famiglia, la terra, hanno ancora radici molto solide e profonde».

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