Il punto di Confartigianato

Treviso tra le prime province d'Italia per addetti nelle imprese artigiane legate al turismo: 11.603 lavoratori di 3.160 aziende

Oscar Bernardi, Presidente Confartigianato Impresa Marca Trevigiana: «Il turismo sta tornando ai livelli pre pandemia. Le aziende artigiane offrono prodotti e servizi di qualità, che rendono attrattivi i nostri territori»

Treviso tra le prime province d'Italia per addetti nelle imprese artigiane legate al turismo: 11.603 lavoratori di 3.160 aziende
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Sulle 3.160 imprese artigiane trevigiane interessate da domanda turistica, la parte del leone la fanno l’abbigliamento e le calzature.

Treviso tra le prime province d'Italia per addetti nelle imprese artigiane legate al turismo: 11.603 lavoratori di 3.160 aziende

Treviso nei piani alti della classifica delle province con il maggior numero di addetti nelle imprese artigiane legate al turismo. In questo comparto, nella Marca Trevigiana sono occupati 11.603 lavoratori, dato che colloca la provincia all’11° posto in Italia e 3° in Veneto.

Tutto questo nonostante dal raffronto con l’anno pre Covid, manchino all’appello circa il 20% di arrivi, in controtendenza con il dato regionale che è, invece, prossimo ad azzerare il divario.

«Quattro su dieci sono turisti stranieri», riferisce Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «sono un “patrimonio” straordinario che dobbiamo valorizzare e coltivare. L’Italia è quinta al mondo per entrate turistiche dei viaggiatori internazionali, pari nel 2022 a 44,3 miliardi di euro, e di questi una buona fetta, quasi sette miliardi vengono spesi nella nostra regione, di questi 260 riguardano Treviso. Spesa per altro in crescita».

Sulle 3.160 imprese artigiane trevigiane interessate da domanda turistica, la parte del leone la fanno l’abbigliamento e le calzature, con 888 aziende, pari al 28,1%, seguite da vicino dall’agroalimentare, forte di 839 imprese (26,6%). Più staccate le attività manifatturiere e dei servizi, con 569 unità, pari al 18% del totale, quindi i 402 ristoranti e pizzerie e i 402 bar, caffè e pasticcerie, il trasporto persone con 173 unità (5,5%) e le 14 imprese ricreative, culturali e dell’intrattenimento (0,4%).

«Un altro dato interessante», sottolinea il presidente Oscar Bernardi, «è che quasi 151 milioni spesi dai turisti nella Marca Trevigiana riguardano spese diverse dall’alloggio: 59 milioni nella ristorazione, 45 milioni per lo shopping, 35 milioni per il trasporto e 12 milioni per altri servizi. Ci sono quindi 92 milioni di euro che possono essere intercettati dalle 3.160 imprese artigiane trevigiane che operano in settori potenzialmente coinvolti dal turismo».

Alla fine del primo trimestre 2023 le imprese artigiane operanti in attività interessate dalla domanda turistica sono in Veneto 19.021, pari al 15,6% dell’artigianato totale (13,9% a Treviso) e danno lavoro a 64.417 addetti. In chiave settoriale, anche a livello regionale il comparto principale è quello delle imprese di abbigliamento e calzature 4.966 (26% del totale), tra i comparti più rappresentativi all’estero del made in Italy e dello stile italiano.

Seguono le 4.053 imprese delle altre attività manifatturiere e dei servizi (21,3%) che comprendono importanti attività dell’artigianato quali la produzione di gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro e cornici, lavorazione artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, la fotografia, cure per animali domestici e servizi alle persone come, per esempio, centri benessere e palestre.

L’agroalimentare conta in Veneto 3.709 imprese (19,5% del totale) e produce cibo e bevande, prodotti di grande attrattività per i turisti stranieri. A seguire 2.647 (11,8%) imprese del trasporto persone integrano l’offerta dello spostamento dei turisti, mentre 2.647 ristoranti e pizzerie e 1.301 bar, caffè e pasticcerie assieme mettono a disposizione dei turisti i prodotti di qualità realizzati dal comparto agroalimentare.

Nel 2022 la spesa dei turisti stranieri nella Marca si concentra per il 41.7% in alloggio , equivalente a 108 milioni di euro, seguono la ristorazione con il 22.8% (59milioni), lo shopping con il 17.4% (45 milioni), il trasporto delle persone con 13.5% (35 milioni) e il restante 4.6% è destinato ad altre tipologie di spese, pari a 12 milioni di euro».

 

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