Boom cassa integrazione nella Marca, Zorzi: "Subito un tavolo provinciale"
Il PD: "Se non interviene un’ulteriore proroga al blocco di licenziamenti, il rischio è che già a fine giugno le nostre comunità si troveranno ad affrontare situazioni estremamente delicate".
L'allarme lanciato dal segretario provinciale del Partito Democratico a Treviso, Giovanni Zorzi.
Boom cassa integrazione nella Marca
“I dati di marzo sull’aumento vertiginoso delle ore di cassa integrazione in provincia di Treviso impongono risposte urgenti. Risulta evidente che uno dei fronti più critici dell’emergenza sia quello del lavoro”.
Lo ha dichiarato Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico a Treviso.
“Se non interviene un’ulteriore proroga al blocco di licenziamenti – continua - il rischio è che già a fine giugno, con migliaia di posti di lavoro in pericolo, le nostre comunità si troveranno ad affrontare situazioni estremamente delicate con pesanti ricadute sulla tenuta del sistema sociale”.
E ancora:
“Quasi 8 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate a marzo, a cui si aggiungono quasi 4.000 posti di lavoro bruciati nel 2020 ma anche la ricerca di manodopera che emerge da alcuni settori chiave, come quello della casa, richiedono la massima attenzione da parte delle organizzazioni della rappresentanza politica, sociale e economica della nostra provincia”, afferma ancora Zorzi.
“Dobbiamo interpretare con intelligenza tutti i segnali, anche contrastanti, che il mondo del lavoro sta lanciando in questi mesi, per riuscire ad arrivare a soluzioni immediate che preparino le condizioni per accogliere al meglio gli effetti delle risorse straordinarie in arrivo dall’Europa – dice il segretario provinciale del Pd -. Rilanciamo quindi con urgenza la proposta di istituire un tavolo presso la Provincia, in cui riunire tutti i portatori d’interesse, dalle forze politiche alle amministrazioni locali, dalle organizzazioni sindacali a quelle datoriali, per studiare e mettere in campo una prima serie di interventi che favoriscano l’attivazione di una rete provinciale di servizi e strumenti di emergenza. Si intervenga con misure di sostegno al reddito e progetti di riqualificazione delle professionalità, per una loro ricollocazione laddove c’è bisogno più urgente per ripartire. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo farci trovare pronti prima che sia troppo tardi”.