Lo ha detto oggi il sindaco di Paese Katia Uberti, intervenendo sul Green Pass deciso dal governo.
Green Pass, il “no” del sindaco di Paese ai controlli
“I sindaci, o quanto meno io, non si metteranno certamente a fare gli “sceriffi” dei gestori di bar e ristoranti al chiuso, o delle palestre, piscine e impianti per gli sport di squadra”.
Lo ha detto il sindaco di Paese Katia Uberti, intervenendo sul Green Pass deciso dal governo.
“L’applicazione del cosiddetto “passaporto sanitario” agli eventi o nelle situazioni di grande affluenza ha indubbiamente una logica – ha detto Katia Uberti – ed è gestibile con i protocolli di sicurezza delle strutture che li ospitano. Ma il fatto che i gestori possano essere addirittura sanzionati qualora non riescano a verificare efficacemente non mi pare la strada giusta, tenuto conto che i controlli non sono proprio di semplice applicazione e potrebbero anche dare vita a possibili tensioni con il pubblico”.
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“Le istituzioni – ha concluso il sindaco di Paese – dovrebbero piuttosto muoversi con i cittadini, per esempio spiegando a chi non vuole sottoporsi alla vaccinazione ciò che questo può significare, confermando interventi “forti” sulle categorie ritenute essenziali”
La collega Cendron di Silea: “Serve buonsenso”
Più cauto invece il parere del sindaco di Silea, Rossella Cendron:
“Serve anzitutto il buonsenso, se effettivamente i controlli a campione sulla veridicità o meno dei Green Pass saranno in capo ai comuni e quindi alle varie Polizie locali, è probabile ci sarà un periodo sperimentale in cui ci saranno delle forme di accompagnamento anziché subito sanzioni. In attesa, tra un mese o due, di andare a regime. In ogni caso spesso i primi a segnalare eventuali scorrettezze sono i cittadini stessi, per cui per noi diventa anche più facile intervenire”.