Luigi Calesso: "Chi ha visto il giardino sensoriale a Sant'Andrea?"
Il leader della sinistra del capoluogo attacca il sindaco Mario Conte.
Luigi Calesso: "Chi ha visto il giardino sensoriale a Sant'Andrea?". Luigi Calesso (Coalizione Civica), attacca il sindaco di Treviso Mario Conte: "Il quindicesimo impegno non rispettato da Conte". Programma elettorale alla mano il leader trevigiano della sinistra "fa le pulci" a quanto finora realizzato dal sindaco, a poco più di un anno dal suo insediamento: "Nell’ambito dei luoghi da “restituire ai trevigiani” il programma del candidato a sindaco Conte (a pagina 3) metteva in primo piano i giardinetti di Sant'Andrea: "Il primo luogo “simbolo” che tornerà ad essere vissuto dai trevigiani saranno i giardini di Sant’Andrea, nel centro storico, dove realizzeremo un parco sensoriale: giostre adatte ai bimbi con disabilità, aree gioco per ragazzi, zone dedicate alla stimolazione olfattiva-auditiva-tattile e alla cromoterapia tramite essenze floreali, ecc… Si sostituirà così quello che oggi è frutto del permissivismo dell’attuale Amministrazione: ubriachi, spacciatori e baby gang che spadroneggiano nell’area, rendendo marginale ed insicura una delle zone più centrali di Treviso". Dopo quindici mesi di piena operatività dell'amministrazione - sottolinea Calesso - non sembra proprio che il primo luogo "simbolo" sia tornato ad essere vissuto dai trevigiani, non più di quanto lo fosse due o tre anni fa, comunque".
E, secondo Luigi Calesso, i tempi per realizzarlo ci sono stati tutti: "E’ vero che quello del sindaco è un programma di mandato, ma non dovrebbe essere impossibile realizzare, in oltre un anno di amministrazione, un “giardino sensoriale” in un parco pubblico. Prima di arrivare al “parco sensoriale”, evidentemente, l’amministrazione attende che vengano risolti i problemi di disagio sociale che trasformano i giardinetti in luogo di spaccio e risse. Quello dei giardinetti di Sant’Andrea e del più ampio quadrante di piazza Borsa, infatti, è un problema datato e che non si risolve con le chiacchiere sulla “tolleranza doppio zero”: lo dimostrano le continue operazioni di polizia che segnalano in modo chiaro che le cose non cambiano".
Un'area che è spesso all'"onore" delle cronache: "E' almeno dal 2003 che il quadrante ponte di San Martino-vicolo Pescatori-giardini di Sant'Andrea-piazza Borsa è al centro dell'attenzione a causa dei fenomeni di microcriminalità e di disagio sociale che lo caratterizzano - ricorda Calesso -. In 10 anni di amministrazioni Gobbo-Gentilini nel quadrante di piazza Borsa è successo di tutto (dalle aggressioni alla polizia locale alle risse, dai furti allo spaccio di droga in grande stile, fino agli accoltellamenti), le giunte leghiste hanno installato una inferriata che non ha risolto i problemi e chiamato ad improbabili interventi Protezione Civile e "ronde padane", insomma tanti proclami e pochi fatti, rivelatasi assolutamente insufficienti. Nonostante quanto affermato dagli allora consiglieri di opposizione leghisti è ben difficile sostenere che la situazione della sicurezza nel quadrante di piazza Borsa sia radicalmente peggiorata durante il mandato dell'amministrazione di centrosinistra, anzi sembra che la limitazione alla vendita di alcoolici nel supermercato della zona sia atto uno dei pochi provvedimenti efficaci in tanti anni. Dall'altro lato non si capisce come la giunta Manildo avrebbe dovuto risolvere in cinque anni un problema che gli "sceriffi padani" non sono riusciti ad affrontare in almeno due lustri".
Calesso prova a suggerire interventi che potrebbero ridare dignità alla zona: "E’ sempre più evidente - dice - che i fenomeni del disagio sociale non si affrontano a chiacchiere ma hanno bisogno di interventi incisivi e costanti. Oltre a quelli che riguardano le forze di polizia l’amministrazione potrebbe pensare anche all’intervento degli operatori di strada (peccato che abbia deciso di non rifinanziare l’unico che era a carico del Comune) per tentare di capire se tra i “frequentatori” dei giardinetti è possibile distinguere tra chi è protagonista e chi è vittima del sistema di microcriminalità. Potrebbe essere utile per aiutare qualcuno a non “entrare nel giro” e, di conseguenza, per ridurre il numero delle “reclute” a disposizione di chi organizza traffici illeciti in quel luogo".
Intanto, il “parco sensoriale” può attendere.