Zaia torna alle origini, l'affondo a Salvini: "La Lega Nord mi piaceva di più"
Il Governatore ha tracciato una spaccatura politica tra il presente e il futuro della Lega in Veneto. E i suoi "fedelissimi" presentano la sua candidatura alle Europee...
La bocciatura dell'emendamento per il terzo mandato a Governatori e sindaci ha risvegliato il ruggito del Leone di San Marco, lo slancio della Serenissima, è tornato a far battere il cuore della Liga Veneta, non senza qualche conseguenza politica. Sì, perché quello che è successo nei giorni scorsi, il "no" dei colleghi di coalizione del Centrodestra contro il già citato emendamento, in Veneto, è stato come un vero e proprio affronto nei confronti di Zaia. E ora è arrivata la prevedibile reazione del mondo politico veneto. Senza troppi giri di parole.
L'affondo di Zaia contro Salvini: "La Lega Nord mi piaceva di più"
Durante l'ultima assemblea provinciale della Lega a Treviso, infatti, Zaia ha smesso i panni dell'amministratore, indossati con orgoglio negli ultimi anni, ed è tornato a far "politica". Nel senso più specifico possibile. Di fronte ai fedelissimi del carroccio della Marca, che rappresentano davvero la culla della Liga Veneta, ha voluto riavvolgere il filo della storia, con un po' di nostalgia, per risvegliare il vero spirito e gli ideali che hanno alimentato il movimento politico in Veneto.
Il tutto si è potuto tradurre in una frase che ha scosso il partito di Salvini:
"Una volta si chiamava Lega Nord e a me piaceva di più".
Poche parole che hanno, come previsto, provocato una vera e propria standing ovation tra i presenti. Parole che non possono essere passate sotto traccia, anche perché oltre a tracciare un simbolico filo sottile tra il presente e il futuro della Lega in Veneto, generano, inevitabilmente una frattura con l'attuale leadership targata Matteo Salvini. Matteo Salvini, lo ricordiamo, che non è mai stato citato durante l'assemblea...
Ma procediamo con ordine. Il Governatore Zaia ha voluto rimarcare, prima di tutto, la vera identità della Lega in Veneto. Lega che, in primis, si chiama Liga, ovvero difesa delle tradizioni della regione.
"Noi siamo sempre quelli di prima", ha spiegato di fronte alla platea. "Noi nasciamo per difendere i veneti", ha continuato, e questo è un altro segnale importante.
Come a dire che se esistesse davvero un "nemico" politico, questo si troverebbe al di fuori della Liga veneta, nonostante le contrapposizioni e i contrasti che un anno fa hanno fatto tremare il congresso.
Passato, dunque, presente. Ma anche un inevitabile sguardo al futuro della Liga, nelle parole di Zaia. Sì, perché al netto dei discorsi carichi di nostalgie, dei ricordi di storiche battaglie, c'è ancora tutto un "domani" da scrivere. E in questo scenario il nome di Matteo Salvini è apparso come una sorta di "buco nero" che ha cercato di inghiottire anche la "luce" della Serenissima Liga.
Insomma la situazione è decisamente delicata. E il futuro è incerto. Da un lato "da Roma" la Lega ha dato segnali inequivocabili. Dall'altro, in Veneto, non c'è alcuna voglia di abbassare la testa. E in questo scenario la raccolta firme online per Zaia capolista alle Europee sembra voler rappresentare più che un gesto simbolico, ma al contrario appare come un vero e proprio affronto.
Si è espresso in questi termini Alberto Villanova, Presidente Intergruppo Lega – LV:
"Il primo round sul terzo mandato ha rispettato il pronostico. Peccato, ma non avevamo grandi aspettative, nella storia d’Italia Roma raramente ha aiutato la Serenissima. Sappiamo bene del resto con chi ci confrontiamo: anche qui in Regione, dove pure tra Lega e Lista Zaia abbiamo la maggioranza, siamo ad oggi coalizione di Governo. La partita per le prossime regionali in Veneto, comunque, è tutt’altro che chiusa, anzi.
Qualcuno a Roma crede che, con il voto di oggi, la battaglia sia terminata. Si sbaglia, perché è proprio il contrario. Con oggi si inizia. L’esito della votazione romana stringerà ancora di più le fila sulla figura che più di ogni altro, in Veneto, riesce a riunire intorno a sé amministratori, sindaci e soprattutto cittadini: Luca Zaia. Il presente e il futuro di questa terra".
Ha continuato il capogruppo della Lega – Liga Veneta Giuseppe Pan sulla bocciatura dell’emendamento in Senato:
"Ancora una volta Roma ha tradito il Veneto. È sempre la solita storia, da centinaia di anni: lo spirito di autoconservazione romano soffoca il diritto democratico di libertà del nostro Popolo.
La possibilità di poter candidare per un nuovo mandato Luca Zaia non è un obbligo di legge, ma solo una possibilità che verrebbe data ai cittadini di potersi liberamente esprimere per cosa è meglio per i loro figli. Se il meglio dei Veneti si chiama Zaia, però, a qualcuno a Roma non va bene.
Intanto i nostri agricoltori protestano per alcune scelte insensate e i nostri pescatori aspettano i ristori per il dramma del granchio blu, qualcuno, anche veneto trapiantato a Roma, si sente già in campagna elettorale. È giunto il momento di risvegliare il Leone di San Marco e tirare fuori l’orgoglio a difesa della nostra bandiera".