Rimozione amianto: come bonificare terreni inquinati grazie all'intervento di ditte specializzate

Rimozione amianto: come bonificare terreni inquinati grazie all'intervento di ditte specializzate
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L’amianto è un pericoloso inquinante, un composto di minerali silicatici fibrosi largamente utilizzato in passato soprattutto per la realizzazione di coperture.

Purtroppo, nonostante le caratteristiche che lo rendono un materiale particolarmente idoneo al settore edile e non solo, le fibre di amianto possono causare processi di cancerogenesi dell’apparato respiratorio mettendo a rischio la salute delle persone e la salubrità dell’ambiente.

Per questo motivo, i siti contaminati dall’amianto devono essere bonificati, come previsto dalle linee guida della legge 257/1992 e dai successivi aggiornamenti e integrazioni. In caso di terreno inquinato dall’amianto, quindi, è necessario rivolgersi a una ditta autorizzata e specializzata nella bonifica e nello smaltimento di questo materiale, affinché l’intervento venga svolto in sicurezza e in maniera conforme alle normative di legge.

La situazione dell’amianto in Veneto

Secondo l’ultimo aggiornamento del 2020 realizzato dall’Arpav, l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, i siti contaminati da amianto nella regione sono 1348, dei quali 354 già bonificati e 198 bonificati in modo parziale. Si tratta di strutture pubbliche e private, tra cui scuole, immobili di enti comunali e provinciali, edifici residenziali, ospedali, impianti sportivi, fabbricati industriali, commerciali e agricoli.

In questi casi è possibile affidarsi a società specializzate nelle bonifiche di terreni inquinati, come per esempio Mosaiko, che mette a disposizione il servizio in tutte le province del Veneto. L’azienda con sede a Padova realizza anche lo smaltimento a norma di legge, occupandosi di tutti gli aspetti burocratici e operativi, dall’analisi iniziale alla decontaminazione del territorio inquinato.

La bonifica dei terreni contaminati, infatti, richiede innanzitutto un sopralluogo iniziale per effettuare una valutazione ambientale del sito inquinato, dopodiché è possibile procedere con la bonifica attraverso la rimozione del materiale contaminante dal sito compromesso. Infine, il materiale viene trasportato presso impianti autorizzati allo smaltimento dell’amianto, in conformità con quanto previsto dalle normative nazionali e regionali.

La contaminazione dei terreni dall’amianto può interessare il sottosuolo, la superficie e le falde acquifere, una situazione che rende necessari la bonifica ambientale e il risanamento di terreni e ambienti inquinati da questo materiale. D’altronde, un suolo contaminato non solo rappresenta un danno per l’ambiente e la salute delle persone che abitano nel territorio, ma anche un danno economico in quanto influisce negativamente sul valore commerciale del terreno e la sua produttività.

Come sapere se il terreno è contaminato da amianto

Il suolo può essere contaminato dall’amianto per varie cause. Si tratta ad esempio di una conseguenza di attività antropiche, come la presenza di un vecchio stabilimento che lavorava manufatti in amianto, oppure processi naturali di disgregazione dell’asbesto.

L’inquinamento del terreno può essere dovuto a sbancamenti e scavi, oppure a fenomeni naturali come il dilavamento delle superfici o l’erosione del suolo, provocando una concentrazione più o meno elevata di questo materiale nocivo per la salute e l’ambiente.

Per individuare l’eventuale presenza di amianto è necessario realizzare campionamenti e analisi del terreno, in questo modo è possibile non solo rilevare il contaminante ma anche determinare se la concentrazione è superiore alle soglie previste dalla legge (CSC, Concentrazioni Soglia di Contaminazione).

In genere, come indicato dalla norma 152/2006, vengono realizzati dei prelievi in diversi punti del terreno, con procedimenti di setacciatura ad umido realizzati da personale competente dotato di appositi dispositivi di protezione individuale.

I suoli sono considerati contaminati quando la concentrazione di amianto supera lo 0,01% nei terreni agricoli o lo 0,1% in quelli residenziali e industriali. In queste circostanze bisogna sottoporre il sito a un’operazione di analisi del rischio, affinché vengano individuate le procedure adeguate per effettuare la bonifica in sicurezza del terreno inquinato. Tra i metodi utilizzati per l’analisi dei campioni ci sono la spettroscopia infrarosso in trasformata di Fourier e la diffrazione a raggi x, ricorrendo a strumenti con una sensibilità 10 volte superiore ai limiti di concentrazione di legge.

La soluzione migliore in questi casi consiste nel rivolgersi a una ditta altamente qualificata in grado di gestire l’intero processo di analisi, pianificazione della strategia di bonifica e decontaminazione del terreno inquinato dall’amianto. Soltanto in questo modo si avrà la certezza che l’intervento sarà realizzato in maniera ottimale, rispettando tutte le norme di legge, la sicurezza dei lavoratori impegnati nella bonifica e l'incolumità degli abitanti della zona.

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