Due tappe "trevigiane"

Giro d'Italia 2023, attesa nella Marca trevigiana per la "corsa rosa": la 18esima tappa parte da Oderzo

Mercoledì 24 maggio la Pergine Valsugana-Caorle, che attraversa diversi comuni trevigiani. Il giorno dopo, giovedì 25, si parte da Oderzo e si sale in montagna

Giro d'Italia 2023, attesa nella Marca trevigiana per la "corsa rosa": la 18esima tappa parte da Oderzo
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Giro d'Italia 2023, si entra nel vivo. Ecco le tappe trevigiane di questa edizione.

Giro d'Italia 2023, attesa nella Marca trevigiana per la "corsa rosa": la 18esima tappa parte da Oderzo

L'appuntamento delle Marca trevigiana con il Giro d'Italia 2023 si avvicina. Dopo la indimenticabile tappa della scorsa edizione, con arrivo a Treviso e passaggio sul Muro di Ca' del Poggio, quest'anno saranno sostanzialmente due le tappe che attraverseranno la provincia di Treviso: la 17esima, Pergine Valsugana - Caorle, che avrà luogo mercoledì 24 maggio 2023 e transiterà per i comuni di Castello di Godego, Castelfranco Veneto, Vedelago, Istrana e Treviso (tangenziale e Treviso Mare).

Altimetria

E quella successiva, la 18esima di giovedì 25 maggio 2023, che partirà da Oderzo per arrivare in Val di Zoldo, attraversando i comuni di Codognè, Bibano di Godega, Orsago, Cordignano, Cappella Maggiore, Fregona, Passo della Crosetta e Pian del Cansiglio.

Altimetria

Panoramica

Oderzo, città di origine paleoveneta, conserva testimonianze del suo splendore in epoca romana grazie ai numerosi siti archeologici a cielo aperto e ad uno splendido museo.

Ben riconoscibile il successivo impianto medievale e rinascimentale nel suo centro storico che costituisce un ricchissimo serbatoio di testimonianze artistiche ed architettoniche, fruibili anche attraverso percorsi integrati nel tessuto urbano, tale da meritare l’appellativo di “Città Archeologica”.

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Da illustre Municipium romano nel 49 a.C., a sede vescovile sotto l’impero di Bisanzio nel 641 d.C., nel 1338 la città entra nell’orbita della Repubblica Veneta e conosce una nuova fase di splendore architettonico, ancora visibile.

Oggi è la sua vivacità culturale che fa di Oderzo un importante centro di riferimento nel territorio non solo per le testimonianze artistiche, archeologiche ed architettoniche del passato, ma grazie ai grandi eventi culturali e sportivi, ricorrenti e di risonanza anche internazionale, come l’Opera in Piazza, il Premio Architettura “Città di Oderzo”, il Premio di Poesia Mario Bernardi, l’European Road Race, la Corsa internazionale “Oderzo Città Archeologica” e i Campionati Italiani di Tiro con l’Arco, con la finale disputata in Piazza Grande.

Città ospitale, Oderzo offre ai visitatori, in qualsiasi stagione numerose occasioni per scoprire – passeggiando sotto i suoi portici – il fascino, i sapori e i profumi della provincia “gioiosa”.

Gastronomia

L’azienda Agricola Ca’ Bosco, a Fratta di Oderzo, coltiva le Rose del Monticano, il radicchio tipico del Nord-est sbiancato con il metodo classico del radicchio di Treviso, ortaggio coltivato fin dal XV secolo. L’azienda produce anche insaccati e salumi della tradizione locale come la soppressa veneta, il salame punta di coltello, il carrè e il salame d’asino, specialità per intenditori del gusto. L’aperitivo opitergino è infatti ricco di affettati da apprezzare con un ottimo Incrocio Manzoni o un corposo Raboso, servito nelle osterie del centro storico e nei locali che affacciano sul nostro fiume Monticano, corso d’acqua dalla bellezza autentica.

Un altro prodotto tipico del nostro territorio è l’asparago, ricco di fibre e dal sapore deciso, coltivato in Veneto sin dall’epoca romana, nella versione “verde” o “bianca”, a seconda della consistenza più o meno delicata. L’Osteria Al Bersagliere, che incarna in pieno la tradizione enogastronomica veneta, ha creato, in onore della tappa del Giro d’Italia di Oderzo, gli “Gnocchetti al rosa di barbabietola con asparagi verdi”, perfetti con un Tai bianco.

L’asparago è il protagonista anche della proposta del ristorante Al Gattolè che affaccia sul fiume Monticano, cornice fluviale che attraversa la città di Oderzo, realizzando una ricetta classica della tradizione veneta: uova e asparagi. Considerato un piatto completo estremamente nutriente, viene accompagnato da un Prosecco DOCG.

Nel cuore di Oderzo, all’interno del castello medievale ed ex carcere, vive l’anima del ristorante stellato Gellius, le cui pietre narrano la storia di una città dell’XI secolo a.C. Al suo interno dominano l’ambiente i resti di un’abitazione patrizio-romana, oggi area archeologica. In occasione della tappa del Giro d’Italia, lo Chef Alessandro Breda presenta “Baccalà cotto e crudo, crema di patate affumicate, ”pil pil” di Prosecco, cenere di verdure”, dove tradizione e innovazione si sposano in un’esplosione di sapori.

Vino e bevande

Il territorio opitergino ha molto da offrire a livello vitivinicolo: il vino della zona per eccellenza è il Raboso Piave, che vede la sua massima espressione nel Malanotte del Piave DOCG, un vino rosso dalle note fruttate di ribes e amarene, profumi di sottobosco e aromi speziati dal sapore avvolgente ed elegante al palato. Il nome deriva dal piccolo borgo medievale ‘Malanotte’ situato a Tezze di Piave – Vazzola, che custodisce ancora oggi la storia di queste terre. Tra i vini DOC si ricordano il Raboso Piave DOC e il Manzoni Bianco DOC Piave, risultato da un incrocio genetico tra il Riesling Renano ed il Pinot Bianco.

Punti d'interesse

  • Piazza Grande

Rappresenta urbanisticamente il cuore della città, con la grande meridiana realizzata in pietra d’Istria sulla pavimentazione in trachite, il caratteristico “Torresin”, la facciata del Duomo (il cui impianto originario risale al X secolo), le dimore storiche come Casa Ottoboni-Saccomani, decorata con affreschi cinquecenteschi, Casa dei Battuti e Ca’ Balbi.

  • Museo del Duomo

Nasce dall’esigenza di custodire e rendere visibili testimonianze artistiche pertinenti al Duomo e ad altre realtà del territorio. Tra le più importanti opere esposte figurano tele di Pomponio Amalteo, Ludovico Pozzoserrato, manufatti lignei di scuola brustoloniana e opere di pittori Opitergini del XX secolo provenienti da donazioni.

  • Portici e palazzi Oderzo veneziana

Il “periodo veneziano” di Oderzo è visibile nella forma e nelle facciate dipinte dei palazzi porticati del centro storico, decorati e realizzate architettonicamente secondo i canoni dell’Urbs Picta.  Finte bugne diamantate, raffigurazioni di animali e disegni geometrici, in alcuni casi parzialmente scomparsi in altri mirabilmente restaurati, si sviluppano sugli edifici che affacciano lungo le centrali via Umberto I, Piazza Grande, Piazza Castello, Contrada Rossa e del Cristo.

  • Palazzo Foscolo – Museo Civico Archeologico “Eno Bellis” – Pinacoteca “A. Martini”

Sede di Fondazione Oderzo Cultura, il Polo Museale della città è costituito da Palazzo Foscolo e dalla sua Barchessa, edificio tardo cinquecentesco dalle tipiche caratteristiche della villa veneta e impreziosito da notevoli stucchi. Qui dimorano collezioni artistiche di interesse nazionale: la Pinacoteca e l’archivio “Alberto Martini”, tra i più illustri artisti italiani di inizio Novecento, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, la Collezione Attilia Zava – Museo del vetro d’artista e il Museo archeologico “Eno Bellis”. Ricche collezioni accompagnano i visitatori dall’età preromana alla tarda antichità, passando per il glorioso passato dell’Opitergium romana. Reperti di particolare pregio, quali vetri, mosaici, oggetti di vita quotidiana, lo confermano essere tra i più importanti musei dell’area dell’alto adriatico. Completa le collezioni permanenti del Polo culturale l’esposizione delle opere del Maestro Tullio Vietri (Oderzo, 1927 – Bologna, 2016), esposte  presso la Biblioteca Civica.

  • Aree archeologiche

Disseminate in varie zone del centro cittadino, le aree archeologiche, visitabili a cielo aperto, su prenotazione e con guide autorizzate dalla Soprintendenza Archeologica per il Veneto, si  articolano in quattro siti principali: l’area del Foro Romano, resti di un complesso forense di età augustea e di una grande domus; l’area delle ex carceri, situata all’interno di un rinomato ristorante con sede presso il “Torresin”; l’area di Via dei Mosaici, con la parte inferiore di due pozzi e la pavimentazione musiva di una domus e, per finire, l’area tra Piazza Grande e Piazza Castello, con un tunnel posto tra le due piazze, attraverso il quale si possono scorgere i resti di uno dei due assi principali della città e di una pavimentazione esposta a muro.

  • Museo di Apicoltura

Dedicato alla memoria dell’apicoltore Guido Fregonese, il Museo, inaugurato nel giugno del 1966, accompagna il visitatore nella conoscenza delle arnie (bugni) e degli strumenti creati per proteggere e migliorare le condizioni di vita delle api (smielatore, escludi regina, affumicatore, nutritore, apiscampo, ecc.).

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