La grande festa del Giro d'Italia 2023: da Oderzo su per la Val di Zoldo
Dalla provincia di Treviso a quella di Belluno. Tappa tutta veneta, per veri scalatori, tra saliscendi e curve impegnative...
Dopo l'arrivo a Caorle il Giro d'Italia infiamma il cuore della provincia di Treviso per poi salire in montagna...
La grande festa del Giro d'Italia 2023: da Oderzo su per la Val di Zoldo
Non c'è storia: il Giro d'Italia è una grande festa diffusa lungo tutte le tappe. E in Veneto la situazione è ancora più bella. Perché diciamolo, la nostra regione è stupenda. Questa volta, dopo Caorle, è il turno di Oderzo.
Da qui il giro si impenna per raggiungere la Val di Zoldo. Dalla provincia di Treviso, dunque, a quella di Belluno, attraversando scenari incantevoli.
Una tappa impegnativa, però, in salita, 161 chilometri per veri "duri", con un dislivello di oltre 3mila e 700 metri e quattro passi da superare. Crosetta, Pieve d'Alpago, Forcella Cibiana e Coi. Ma oggi è la giornata di Oderzo, che si è davvero messa l'abito da festa per accogliere la competizione sportiva...
Oderzo, città di origine paleoveneta, conserva testimonianze del suo splendore in epoca romana grazie ai numerosi siti archeologici a cielo aperto e ad uno splendido museo.
Ben riconoscibile il successivo impianto medievale e rinascimentale nel suo centro storico che costituisce un ricchissimo serbatoio di testimonianze artistiche ed architettoniche, fruibili anche attraverso percorsi integrati nel tessuto urbano, tale da meritare l’appellativo di “Città Archeologica”.
Da illustre Municipium romano nel 49 a.C., a sede vescovile sotto l’impero di Bisanzio nel 641 d.C., nel 1338 la città entra nell’orbita della Repubblica Veneta e conosce una nuova fase di splendore architettonico, ancora visibile.
Punti d'interesse
Piazza Grande
- Rappresenta urbanisticamente il cuore della città, con la grande meridiana realizzata in pietra d’Istria sulla pavimentazione in trachite, il caratteristico “Torresin”, la facciata del Duomo (il cui impianto originario risale al X secolo), le dimore storiche come Casa Ottoboni-Saccomani, decorata con affreschi cinquecenteschi, Casa dei Battuti e Ca’ Balbi.
Museo del Duomo
- Nasce dall’esigenza di custodire e rendere visibili testimonianze artistiche pertinenti al Duomo e ad altre realtà del territorio. Tra le più importanti opere esposte figurano tele di Pomponio Amalteo, Ludovico Pozzoserrato, manufatti lignei di scuola brustoloniana e opere di pittori Opitergini del XX secolo provenienti da donazioni.
Portici e palazzi Oderzo veneziana
- Il “periodo veneziano” di Oderzo è visibile nella forma e nelle facciate dipinte dei palazzi porticati del centro storico, decorati e realizzate architettonicamente secondo i canoni dell’Urbs Picta. Finte bugne diamantate, raffigurazioni di animali e disegni geometrici, in alcuni casi parzialmente scomparsi in altri mirabilmente restaurati, si sviluppano sugli edifici che affacciano lungo le centrali via Umberto I, Piazza Grande, Piazza Castello, Contrada Rossa e del Cristo.
Palazzo Foscolo – Museo Civico Archeologico “Eno Bellis” – Pinacoteca “A. Martini”
- Sede di Fondazione Oderzo Cultura, il Polo Museale della città è costituito da Palazzo Foscolo e dalla sua Barchessa, edificio tardo cinquecentesco dalle tipiche caratteristiche della villa veneta e impreziosito da notevoli stucchi. Qui dimorano collezioni artistiche di interesse nazionale: la Pinacoteca e l’archivio “Alberto Martini”, tra i più illustri artisti italiani di inizio Novecento, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, la Collezione Attilia Zava – Museo del vetro d’artista e il Museo archeologico “Eno Bellis”. Ricche collezioni accompagnano i visitatori dall’età preromana alla tarda antichità, passando per il glorioso passato dell’Opitergium romana. Reperti di particolare pregio, quali vetri, mosaici, oggetti di vita quotidiana, lo confermano essere tra i più importanti musei dell’area dell’alto adriatico. Completa le collezioni permanenti del Polo culturale l’esposizione delle opere del Maestro Tullio Vietri (Oderzo, 1927 – Bologna, 2016), esposte presso la Biblioteca Civica.
Aree archeologiche
- Disseminate in varie zone del centro cittadino, le aree archeologiche, visitabili a cielo aperto, su prenotazione e con guide autorizzate dalla Soprintendenza Archeologica per il Veneto, si articolano in quattro siti principali: l’area del Foro Romano, resti di un complesso forense di età augustea e di una grande domus; l’area delle ex carceri, situata all’interno di un rinomato ristorante con sede presso il “Torresin”; l’area di Via dei Mosaici, con la parte inferiore di due pozzi e la pavimentazione musiva di una domus e, per finire, l’area tra Piazza Grande e Piazza Castello, con un tunnel posto tra le due piazze, attraverso il quale si possono scorgere i resti di uno dei due assi principali della città e di una pavimentazione esposta a muro.
Museo di Apicoltura
- Dedicato alla memoria dell’apicoltore Guido Fregonese, il Museo, inaugurato nel giugno del 1966, accompagna il visitatore nella conoscenza delle arnie (bugni) e degli strumenti creati per proteggere e migliorare le condizioni di vita delle api (smielatore, escludi regina, affumicatore, nutritore, apiscampo, ecc.).