In attesa dell'udienza

Uccise un 17enne al parco a Varago di Maserada: scarcerato, il killer va ai domiciliari col braccialetto elettronico

Elia Fiorindi aveva accoltellato a morte Aymen Adda Benameur per una discussione legata a motivi di droga, dopo sette mesi esce di prigione

Uccise un 17enne al parco a Varago di Maserada: scarcerato, il killer va ai domiciliari col braccialetto elettronico
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Dopo sette mesi di detenzione, Elia Fiorindi, un giovane di 19 anni, è stato recentemente posto agli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico. Fiorindi è il reo confesso dell'omicidio di Aymen Adda Benameur avvenuto il 11 maggio 2023 a Varago di Maserada, nella provincia di Treviso.

Uccise un 17enne al parco a Varago di Maserada

L'omicidio ha avuto luogo al culmine di una discussione per una transazione di droga, un panetto di hashish, tra Fiorindi e il 17enne Benameur, studente del Besta di Treviso. Fiorindi ha confessato di aver ucciso il 17enne per legittima difesa, una reazione eccessiva motivata da un presunto tentativo di rapina da parte della vittima.

Fin dall'inizio delle indagini, Fiorindi ha affermato di aver agito in legittima difesa, sostenendo di essere stato minacciato e attaccato da Benameur, il quale si rifiutava di saldare il debito per la droga. Questa versione ha trovato una parziale conferma attraverso un filmato di videosorveglianza della zona, che ha documentato l'alterco tra i due giovani.

Tuttavia, inizialmente l'ipotesi della legittima difesa non aveva convinto il Giudice delle indagini preliminari che a maggio aveva respinto gli arresti domiciliari. Posizione che ora è stata rivista e che ha permesso a Fiorindi di uscire dal carcere.

Scarcerato, il killer va ai domiciliari col braccialetto elettronico

Attualmente, Fiorindi ha lasciato il carcere di Belluno per trasferirsi presso la madre e il fratello. L'udienza preliminare, che seguirà il rito abbreviato, è programmata per il prossimo 14 febbraio 2024.

Nel frattempo, il giudice ha imposto restrizioni al giovane, proibendogli qualsiasi comunicazione al di fuori del nucleo familiare, sotto la minaccia del ritorno in carcere.

Agnese Capoccia

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