A Villorba

Finti vaccini agli amici "no vax" per ottenere il Green Pass, indagata un'infermiera trevigiana e altre 8 persone

Si è conclusa l'inchiesta avviata nel 2021, l'infermiera 51enne è accusata di falso ideologico e omissione in atti d'ufficio

Finti vaccini agli amici "no vax" per ottenere il Green Pass, indagata un'infermiera trevigiana e altre 8 persone
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Si è conclusa l'indagine sui presunti falsi vaccini somministrati nel centro vaccinale allestito all'ex Maber di Villorba. Sotto inchiesta l'operato di un'infermiera 51enne di Treviso.

Finti vaccini agli amici "no vax" per ottenere il Green Pass

Si è conclusa l'inchiesta della Procura di Treviso riguardante i presunti falsi vaccini anti Covid-19 all'ex hub di Villorba.

Al centro dell'indagine vi è Elena Venzo, infermiera 51enne con oltre vent'anni di servizio presso l'Ulss 2 Marca Trevigiana. La 51enne è accusata di aver simulato la somministrazione del vaccino anti-Covid a favore di amici e conoscenti, facendo sparire il siero all'interno di un batuffolo di cotone.

Indagata un'infermiera trevigiana e altre 8 persone

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, coinvolgono anche altre otto persone, in gran parte insegnanti residenti nella zona.

Le accuse rivolte all'infermiera, in concorso con i presunti complici, comprendono il falso ideologico e l'omissione in atti d'ufficio. La prima accusa si riferisce alla falsificazione dei certificati in cui attestava falsamente di aver somministrato il vaccino, mentre la seconda riguarda la redazione di documenti che certificavano l'avvenuta vaccinazione senza che questa fosse realmente eseguita.

Questi falsi certificati sono stati poi trasmessi al Servizio Sanitario Nazionale, ingannando il Ministero della Salute, che rilasciava di conseguenza il Green Pass ai pazienti.

Le indagini

L'inchiesta ha avuto inizio nel settembre 2021, quando un blitz della polizia è stato effettuato nel centro vaccinale dove la Venzo lavorava, in seguito a segnalazioni di comportamenti sospetti sia da parte dell'infermiera che di alcuni pazienti.

La Procura ipotizza che la donna iniettasse il vaccino nei batuffoli di cotone, svuotando comunque le siringhe per evitare di destare sospetti. Nonostante le accuse, sia l'infermiera che gli altri indagati continuano a respingere ogni addebito. Nei prossimi giorni potrebbero presentare memorie difensive o richiedere di essere interrogati.

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