Benetton, primo incontro tecnico tra dirigenti delle risorse umane e sindacati
Preoccupazione per i 1300 dipendenti, ma ogni decisione dovrà essere sottoposta all'assemblea dei soci del prossimo 18 giugno 2024
Dopo l'approvazione del bilancio 2023, con perdite per 230 milioni di euro, e l'uscita della famiglia Benetton dal cda di Benetton Group, ieri 30 maggio 2024 si è tenuto il primo incontro tra i dirigenti delle risorse umane e i sindacati, preoccupati per i dipendenti. Le decisioni saranno sottoposte all'assemblea dei soci il 18 giugno.
Primo incontro tecnico tra dirigenti delle risorse umane e sindacati
Preoccupazione tra i dipendenti di Benetton dopo le accuse del patron Luciano Benetton e il disavanzo di 230 milioni nel bilancio, con perdite complessive che superano il miliardo dal 2013. Per questo ieri, giovedì 30 maggio 2024, si è tenuto il primo incontro tecnico tra sindacati e azienda a Villa Minelli a Ponzano Veneto.
Il bilancio del 2023, approvato dal consiglio di amministrazione martedì 28 maggio, con una perdita da 230 milioni di euro desta forti preoccupazioni ai sindacati e ai 1300 dipendenti del gruppo.
All'incontro di ieri hanno partecipato i segretari della Cgil, Cisl e Uil, i 18 rappresentanti delle risorse umane, il nuovo responsabile finanziario Iacopo Martini. Ogni decisione o delibera sarà sottoposta all'assemblea dei soci del 18 giugno 2024. Ma fino ad allora, non è possibile avanzare richieste o trattative sindacali.
Femca Cisl: "Guardare alle risorse interne"
Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl Belluno Treviso, ha commentato la situazione finanziaria di Benetton Group, evidenziando che le perdite accumulate dal 2013 superano il miliardo di euro. Nella nota diffusa, Boato ha auspicato che Benetton coinvolga i dipendenti nelle scelte strategiche, valorizzando il know-how interno dell'azienda chiedendo che i lavoratori non paghino il prezzo della crisi, aggravata da eventi esterni come il Covid, attacchi hacker e situazioni geopolitiche.
“Ora - ha dichiarato Boato - chiediamo che non siano i dipendenti, incolpevoli rispetto alle scelte strategiche, a pagare il prezzo di una crisi che tra l’altro negli ultimi anni è stata acuita dal Covid, dal pesante attacco hacker subito dall’azienda e dagli eventi geopolitici che hanno avuto un’incidenza importante sul volume di affari, tanto che il settore moda, in particolare nelle fasce medie, nell’ultimo anno e mezzo ha registrato risultati negativi.
I lavoratori hanno grande senso di appartenenza e ora i tempi sono maturi per guardare alle risorse interne, per farle partecipare a un vero cambio di passo, sul solco della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalla Cisl nazionale, perché all’interno del Gruppo c’è un enorme know-how da valorizzare per rendere lavoratori e lavoratrici realmente partecipi delle scelte strategiche”.