GIALLO DI VIDOR

Alex Marangon, nei test tracce di cocaina e Mdma: ora si attende conferma sull’ayahuasca

I reagenti necessari per individuare la presenza di DMT nel corpo del giovane sono finalmente disponibili e gli accertamenti specifici, affidati al consulente della Procura, saranno effettuati nei prossimi giorni

Alex Marangon, nei test tracce di cocaina e Mdma: ora si attende conferma sull’ayahuasca
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A quasi un anno dalla tragica notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, gli inquirenti continuano ad indagare sulla morte di Alex Marangon, il barista veneziano di 25 anni il cui corpo fu ritrovato due giorni dopo nel fiume Piave, a Ciano del Montello. Il giovane aveva partecipato a un controverso rito sciamanico all’interno dell’antica abbazia di Santa Bona, sulle colline di Vidor, e si cerca ora di capire se quella cerimonia possa aver avuto un ruolo determinante nel decesso.

Alex Marangon

Tracce di Mdma e cocaina: ora si cerca l’ayahuasca

Dagli esami tossicologici preliminari effettuati sul corpo di Marangon, sono emerse tracce di cocaina e Mdma, due sostanze psicoattive che, in combinazione, possono amplificare effetti dissociativi, allucinazioni e perdita del controllo motorio. Il dato rafforza l’ipotesi che non fosse del tutto lucido nel momento in cui, secondo la ricostruzione medico-legale, avrebbe scavalcato il parapetto della terrazza dell’abbazia, precipitando da un’altezza di circa 15 metri. Gli inquirenti infatti escluderebbero l'ipotesi dell'omicidio, nonostante i dubbi espressi più volte in questi mesi dalla famiglia della vittima.

Il belvedere dell'Abbazia di Santa Bona

L'esame autoptico avrebbe però confermato quanto emerso sin dalle prime analisi: Alex è morto per un grave trauma cranico, non per annegamento.

Il corpo ritrovato su un isolotto

Resta però ancora da chiarire il ruolo dell’ayahuasca, la bevanda amazzonica ricavata da piante contenenti DMT e proibita in Italia, che secondo alcuni partecipanti potrebbe essere stata somministrata durante il rito. I reagenti necessari per individuare la presenza di DMT nel corpo del giovane sono finalmente disponibili e gli accertamenti specifici, affidati al consulente della Procura, saranno effettuati nei prossimi giorni. La Procura vuole stabilire se Alex abbia effettivamente ingerito la tisana e in che dosaggio, per valutare possibili interazioni con le altre sostanze assunte.

Ayahuasca (foto Wikimedia Commons)

La testimonianza e il contesto del rito

Il pubblico ministero Giovanni Valmassoi ha già ascoltato una ventina di persone presenti alla cerimonia, inclusi i due curanderos colombiani che avrebbero condotto il rito e i due organizzatori italiani, Andrea Zuin e Tatiana Marchetto. Nessuno, almeno ufficialmente, ha ammesso l’uso di ayahuasca, parlando piuttosto di una "tisana purgante". Solo un partecipante avrebbe riferito lievi effetti allucinogeni dopo l’assunzione.

Tuttavia, il quadro tossicologico in via di definizione, unito allo stato alterato di Alex al momento della caduta, lascia spazio a una probabile dinamica accidentale, legata a un episodio di perdita di equilibrio o confusione mentale. Il medico legale Alberto Furlanetto ha escluso segni evidenti di violenza esterna, ma la famiglia di Alex continua a non credere all’incidente, ed è pronta a opporsi a eventuali archiviazioni.

Intanto, su disposizione della Procura, sarà effettuata anche un’analisi tecnica sui metaboliti residui da parte del RIS di Parma, per verificare l’eventuale presenza della molecola attiva dell’ayahuasca. Questo accertamento sarà decisivo per chiarire se ci sia stata negligenza o somministrazione consapevole di sostanze vietate, e se l’evento fosse stato effettivamente condotto in sicurezza.

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