A Conegliano

La mediatrice latitante dell'omicidio Ceschin non era in Spagna, si nascondeva a Pavia

La 23enne ha effettuato due versamenti di denaro in favore di uno degli esecutori materiali del delitto: pochi giorni prima dell'omicidio è poi andata a prenderlo alla stazione di Mestre

La mediatrice latitante dell'omicidio Ceschin non era in Spagna, si nascondeva a Pavia
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Un'altra svolta nel caso dell'omicidio di Margherita Ceschin, 72enne di Conegliano trovata senza vita nella sua abitazione nella serata del 24 giugno 2023. I Carabinieri, infatti, sono riusciti a individuare la latitante E.R.L., 23enne di origini dominicane, indiziata per aver avuto un ruolo di intermediaria nell'organizzazione del delitto. La giovane, stando alle indagini dei militari dell'Arma, avrebbe eseguito due bonifici nei confronti di uno dei esecutori dell'omicidio. I Carabinieri la cercavano da mesi e inizialmente credevano che fosse in Spagna: le recenti indagini, tuttavia, hanno consentito di rintracciarla nella nostra Penisola, più precisamente a Pavia (Lombardia).

Rintracciata la mediatrice dell'omicidio Ceschin

Dopo il recente avviso di chiusura indagini notificato dalla procura agli indagati, ovvero l'ex marito Enzo Lorenzon (accusato di essere il mandante dell'omicidio) e i dominicani Sergio Lorenzo e Juan Guzman, i Carabinieri hanno tratto in arresto nelle ultime ore una quarta indiziata nell'omicidio di Margherita Ceschin.

Sì perché oltre a mandante ed esecutori ci sarebbe anche una mediatrice. L'ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Treviso è stata eseguita nei confronti di E.R.L., 23enne di origini dominicane, già indagata nei procedimenti penali relativi al delitto della 72enne di Conegliano, ma risultata fin da subito latitante.

Ricordiamo che Margherita Ceschin è stata brutalmente uccisa nella sua abitazione nella sera del 24 giugno 2023 dai due sicari entrati attraverso un terrazzino. I due esecutori del delitto sarebbero stati reclutati dall'ex marito della donna.

Un gruppo criminale articolato e ben assortito, quello che ha pianificato l'assassinio dell'anziana, principalmente per ragioni economiche: l'imprenditore agricolo Enzo Lorenzon, 79 anni, separatosi quattro anni fa dalla Ceschin dopo una vita insieme anche sul lavoro, aveva ormai una relazione con la sua badante 32enne dominicana, Dileysi Lorenzo Guzman, e si era stufato di versare alla ex l'assegno di mantenimento di ben 10mila euro al mese, oltre al fatto che nella causa di divorzio i due avrebbero dovuto dividersi un patrimonio milionario, fatto di terreni e immobili.

La squadra di sicari (tutti della Repubblica Dominicana) s'è formata proprio fra le conoscenze di Dileysi Lorenzo Guzman (che ha anche un figlio di 11 anni il cui padre sta in America): l'ex badante, dopo essere stata arrestata a luglio 2023, è stata scarcerata e ora non compare più tra gli indagati.

Rintracciata a Pavia la latitante 23enne

La 23enne, come fatto sapere dai Carabinieri, i quali inizialmente avevano ipotizzato che si potesse trovare in Spagna, è stata rintracciata in Italia, più precisamente a Pavia, capoluogo di provincia della bassa Lombardia. La giovane è stata sottoposta agli arresti domiciliari con l’adozione obbligatoria delle modalità di controllo con braccialetto elettronico.

Due versamenti da quasi 1.000 euro agli esecutori dell'omicidio

Stando agli accertamenti dei Carabinieri, la 23enne, gravemente indiziata di avere rivestito il ruolo di intermediaria nell’organizzazione dell’omicidio, avrebbe infatti effettuato versamenti di denaro in due distinte occasioni, per l’importo rispettivamente di 999,00 euro (il 2 giugno 2023) e di 899,00 euro (il 5 luglio 2023) in favore di uno degli esecutori materiali del delitto, suo connazionale. Nei giorni immediatamente precedenti la tragedia, la 23enne si sarebbe recata alla Stazione di Venezia-Mestre proprio per andare a prenderlo.

Il provvedimento recepisce integralmente le risultanze ed i riscontri raccolti nel corso dell’articolata attività investigativa svolta dai Carabinieri sotto la direzione della Procura della Repubblica di Treviso: il sequestro e la successiva analisi dei dispositivi in uso a tutti gli indagati hanno infatti permesso la ricostruzione del ruolo dell’arrestata nel sodalizio criminale.

Ha cercato di duplicare il passaporto: manca solo da trovare il suo fidanzato

Dalle numerose intercettazioni è emerso che la straniera non solo era a conoscenza della vicenda e dei ruoli dei vari protagonisti (ideatore ed esecutori materiali) ma fungeva da “mediatrice” nei contatti dei vari soggetti, alcuni dei quali all’estero. Nelle conversazioni si evince chiaramente, con riferimento all’omicidio, come le stesse fossero finalizzate a trovare soluzioni per incassare il denaro della “commissione” e alla volontà di sfuggire in ogni modo all’individuazione di esecutori materiali e mandanti da parte degli inquirenti.

Ravvisato evidentemente dal GIP, come concreto ed attuale, il pericolo che la straniera potesse sottrarsi alle indagini, atteso il suo status di cittadina extracomunitaria, ed allontanarsi e rientrare nel suo Paese di origine: è emerso infatti come la 23enne stesse cercando di ottenere negli ultimi tempi, in tutti i modi, un duplicato del proprio passaporto.

Ora all’appello - dopo che tutti gli altri presunti responsabili dell’efferato delitto sono stati individuati e tratti in arresto grazie alle indagini di Carabinieri e Magistratura - rimane solo il fidanzato della straniera arrestata, suo connazionale, attivamente ricercato.

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