La storia di Carolina, vittima del cyberbullismo

Carolina, vittima del cyberbullismo, aveva 14 anni quando il suo video è stato diffuso in rete. Domani sera suo padre ripercorrerà quei momenti.

La storia di Carolina, vittima del cyberbullismo
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La storia di Carolina, vittima del cyberbullismo. "Le vittime non possono salvarsi da sole", questo l'importante messaggio che suona anche come una richiesta d'aiuto che sta dietro al cyberbullismo. Domani, martedì 9 aprile alle ore 20:30 al Centro della Famiglia il padre di una ragazza lombarda morta suicida per bullismo sui social incontrerà a Treviso educatori, genitori e tutte le persone che non intendono più far passare sotto silenzio il problema.

La storia di Carolina, vittima di cyberbullismo

Domani sera, la storia di Carolina, vittima del cyberbullismo al Centro della Famiglia di Treviso.  In nome di Carolina è stata scritta la prima legge europea sul cyberbullismo e il padre Paolo Picchio ha creato una Fondazione che ha come mission difendere i ragazzi da loro stessi e dai coetanei. Impegno che Paolo Picchio ha tanto seriamente assunto da spostarsi di continuo lungo la penisola per incontrare giovani, adulti, ogni soggetto che possa influenzare ed educare al meglio.

“I giovani rappresentano il futuro”, ha detto papà Paolo, “non possiamo né farli soffrire, né farceli portar via così”.

"Le parole fanno più male delle botte": dentro il cyberbullismo

Con la storia di Carolina, vittima del cyberbullismo, suo padre Paolo Picchio darà un importante messaggio. Invitato a Treviso dal Centro della Famiglia in collaborazione con Volontarinsieme CSV Treviso sul tema “Le parole fanno più male delle botte: prevenire e gestire casi di cyberbullismo”, Paolo Picchio martedì e mercoledì parteciperà agli incontri con gli studenti degli Istituti comprensivi di Casier e Felissent di Treviso, dell’Istituto Tecnico Palladio e del Liceo Da Vinci. E’ in programma anche un incontro con i ragazzi dell’Istituto Penale Minorile di Treviso, ai quali ci si rivolge troppo poco spesso.

I pericoli dietro al web

La storia di Carolina, vittima del cyberbullismo offre spunti per analizzare il problema del web.

“Le attività digitali possono trovare la giusta dimensione di supporto nelle relazioni tra persone e tra giovani se il contesto in cui i ragazzi vivono è coerente - ha detto don Francesco Pesce direttore del Centro della Famiglia - e per questo rivolgo ai genitori, a tutti i giovani e adulti un particolare invito all’incontro di martedì sera nella nostra Sala convegni di via San Nicolò. Picchio suggerisce una maggiore armonia di visione e di azione tra scuola e famiglia per offrire un contesto educativo condiviso, con ruoli e sensibilità diversi, ma coerenti”.

La legge di Carolina, contro il cyberbullismo

Carolina, vittima di cyberbullismo, a sua insaputa è stata filmata e lanciata in rete. Aveva 14 anni. Prima di suicidarsi lasciandosi andare nel vuoto ha lasciato scritto: "Le parole fanno più male delle botte". La legge che porta il suo nome mette al centro la scuola per il suo ruolo determinante. La prima difesa dal bullismo viene infatti dai ragazzi che devono isolare i bulli e denunciarli. La vittima diventa impotente, attanagliata dalla solitudine e dalla vergogna, senza il coraggio di parlarne.

“Le vittime non sanno salvarsi da sole - ha detto don Francesco - per questa ragione dobbiamo offrire loro un contesto coerente e aperto, nel quale scuola, coetanei e genitori siano in dialogo tra loro”.

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