Nel 2022 a Pieve di Soligo

Massacrò a morte un 83enne nell'officina di casa, Mohammed Boumarou condannato all'ergastolo

Il 38enne marocchino aveva selvaggiamente picchiato Adriano Armellin, colpendolo ripetutamente alla testa e legandogli mani e piedi con una corda elastica

Massacrò a morte un 83enne nell'officina di casa, Mohammed Boumarou condannato all'ergastolo
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Il 38enne Mohamed Boumarou, che uccise l'83enne Adriano Armellin il 25 marzo 2022 a Pieve di Soligo, è stato condannato all'ergastolo dal Tribunale di Treviso.

Uccise un 83enne nell'officina di casa, Boumarou condannato all'ergastolo

A due anni dal delitto arriva oggi, 22 marzo 2024, la sentenza di condanna all'ergastolo per Mohamed Boumarou.

Il 38enne marocchino uccise un anziano di 83 anni, Adriano Armellin, nell'officina di casa a Pieve di Soligo, nel Trevigiano.

Adriano Armellin ucciso dai ripetuti e violenti colpi alla testa

Mohamed Boumarou, nella serata del 25 marzo 2022, si era introdotto nella casa dell'83enne per rapinarlo.

Venuto a contatto con l'83enne ed ex elettrauto, l'allora 36enne lo aveva picchiato selvaggiamente colpendolo ripetutamente alla testa, sbattuta contro il muro, e legandogli mani e piedi con una corda elastica.

L'arrivo dei Carabinieri fuori l'abitazione di Armellin

Nella fuga l'aggressore si era portato via solo una busta della spesa con all'interno merendine e surgelati.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, che avevano bloccato il 36enne poco dopo la rapina, l'uomo avrebbe agito alterato da alcool e droghe.

Poco dopo il malfattore ammise di aver aggredito la vittima, che morì il giorno successivo all'ospedale Cà Foncello di Treviso per i gravissimi traumi a livello toracico addominale e al collo.

La versione del 38enne: "Ci conoscevamo"

Il marocchino, finito dietro le sbarre con le accuse di tentata rapina aggravata e omicidio preterintenzionale, aveva fornito la sua versione dei fatti:

"Ero ubriaco quella sera. - Aveva ammesso il 36enne - Ci conoscevamo, ero lì per chiedergli dei soldi...lo avevo già fatto altre volte".

Armellin, secondo la sua versione, voleva mandarlo via e lui, per "calmarlo", lo avrebbe a quel punto legato. Un racconto che non aveva però convinto gli inquirenti, più propensi a ritenere che il marocchino si fosse introdotto furtivamente nell'abitazione dell'anziano e, una volta scoperto, avesse reagito con inaudita violenza.

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