Pena dimezzata per patteggiamento

Maxi multa di 550mila euro per aver finto di vaccinare bambini, ma l'ex infermiera non pagherà un centesimo

Aveva finto di vaccinare bimbi tra il Friuli e il Veneto, soprattutto in provincia di Treviso. La sanzione deriva dai costi sostenuti dall'azienda sanitaria per ri-vaccinare i minori

Maxi multa di 550mila euro per aver finto di vaccinare bambini, ma l'ex infermiera non pagherà un centesimo
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Per il suo comportamento è stata condannata a oltre otto anni. Ma sconterà la metà della pena per aver patteggiato. La Corte dei Conti, tuttavia, ha chiesto un risarcimento all'azienda sanitaria penalizzata dal suo operato pari a 550mila euro. Peccato che l'ex infermiera non abbia né reddito, né un lavoro, né proprietà. Per il legale della donna si tratta di una "lettera morta", un atto dovuto ma che non potrà essere realizzato.

Maxi multa di 550mila euro per aver finto di vaccinare bambini, ma l'ex infermiera non pagherà un centesimo

Ha finto di somministrare vaccini a centinaia di bimbi (almeno 187) tra il 2009 e il 2017 sia in Veneto che in Friuli. Ed è stata beccata. Ora l'ex infermiera di Spresiano, Emanuela Petrillo, dovrà fare i conti con la Legge. E che conti.

Sì, perché al netto della condanna in primo grado pronunciata dal Tribunale di Udine nei primi di marzo dello scorso anno, pari a otto anni e sei mesi, pena dimezzata per patteggiamento, dovrà anche risarcire l'azienda sanitaria friulana. Lo "sconto" di pena, tra le altre cose, deriva dalla prescrizione di alcuni reati ascritti all'imputata, come il peculato, l'omissione di atti d'ufficio e il falso ideologico.

A fronte di un danno erariale stimato in oltre 660mila euro (dovuto principalmente ai costi di ri-vaccinazione di migliaia di minori soprattutto in Friuli) dovrà pagare 550mila euro all'azienda sanitaria Asufc. Peccato che Petrillo non abbia un lavoro, un reddito e proprietà. E quindi non potrà versare, presumibilmente nemmeno un centesimo. La 37enne potrà comunque evitare il carcere godendo di misure alternative alla detenzione. Si pensa, tra le varie opzioni, all'affidamento in prova ai servizi sociali.

Per quanto riguarda la condanna e la pena, al momento, non è noto se le parti civili, ovvero le famiglie dei bimbi non vaccinati, vorranno ricorrere in Cassazione per impugnare la sentenza. Di certo il "danno" complessivo in questo ambito non è ancora stato quantificato.

I fatti, come detto, sono precedenti alla pandemia Covid e sono geograficamente ascrivibili a diverse zone che "corrono" tra Codroipo, San Daniele, Udine e la provincia di Treviso dove si era trasferita nell'estate del 2017.

Qui, poi, era stata denunciata e successivamente licenziata per giusta causa. L'azienda sanitaria era corsa ai ripari e per rimediare aveva dovuto richiamare tutti i piccoli ai quali non era stato somministrato il siero.

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