Tribunale di Treviso

"Mi faccio esplodere", poi si calma e viene slegato: l'atto dimostrativo di un imprenditore disperato

Momenti concitati stamattina davanti al Tribunale di Treviso per il gesto eclatante di un 54enne di Resana sotto sfratto. Rientrato l'allarme bomba.

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Ore concitate stamattina davanti al Tribunale di Treviso per la protesta di un 54enne sotto sfratto di Resana. Nella borsa non c'era un ordigno rudimentale, ma bottigliette d'acqua.

"Mi faccio esplodere", poi si calma e viene slegato

Nel fallimento della sua attività economica, gestita con alcuni familiari, era stata "fagocitata" anche la casa dove vivono l'ex moglie e i figli. La procedura fallimentare stava iniziando in Tribunale a Treviso proprio in questi giorni.

E' per questo che B.M. classe 1967 di Resana, imprenditore sotto sfratto schiacciato dai problemi economici, ha inscenato una clamorosa protesta stamattina, mercoledì 7 luglio 2021, davanti al Palazzo di giustizia, minacciando di farsi saltare in aria con una presunta bomba (poi per fortuna rivelatasi inesistente).

Sul posto Polizia, Carabinieri (con le Squadre operative di supporto da Venezia), artificieri e personale del Suem 118. L'uomo si era legato vicino all'ingresso e minacciava di farsi esplodere. Vicino a lui una borsa sospetta.

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Uno dei poliziotti intervenuti, che conosceva l'uomo, ha tentato un primo approccio per provare a calmarlo. Poi è entrato in gioco il negoziatore. Il 54enne ha chiesto a quel punto di parlare con il funzionario che gestiva la sua pratica, che è stato fatto scendere dall'ufficio per rassicurarlo.

Alla fine l'uomo si è calmato ed è stato slegato e fatto alzare dalle Forze dell'ordine. Gli artificieri sono subito entrati in azione per verificare il contenuto dello zaino, dove si temeva la presenza di un ordigno rudimentale. Nulla di tutto ciò, fortunatamente: solo bottigliette d'acqua e poco altro.

"Mi faccio esplodere", poi si calma e viene slegato: l'atto dimostrativo di un imprenditore disperato

L'uomo, una volta riportato alla ragione, si è comunque sfogato lamentando i gravi problemi economici e chiedendo rassicurazioni soprattutto per i suoi figli. Presenti sul posto anche il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Gianfilippo Magro, e il Questore, Vito Montaruli. Sull'episodio procede proprio la Questura di Treviso.

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