GIALLO DI VIDOR

Morte Alex Marangon, oltre all'ayahuasca trovate tracce di cocaina nel sangue

A rilevarlo sarebbe stato l'esame tossicologico eseguito sui tessuti molli e sul sangue del 25enne di Marcon

Morte Alex Marangon, oltre all'ayahuasca trovate tracce di cocaina nel sangue
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La morte di Alex Marangon, un giovane barista di 25 anni di Marcon, continua a sollevare interrogativi, soprattutto dopo che le analisi sul suo corpo hanno rilevato tracce di cocaina nel sangue.

Morte Alex Marangon, trovate tracce di cocaina nel sangue

Dopo la prima conferma ottenuta dagli esami tossicologici, che hanno rilevato tracce di ayahuasca nel corpo di Alex Marangon, sostanza illegale in Italia dal 2022 probabilmente assunta dal giovane durante il raduno sciamanico in cui ha perso la vita, emergono ora nuovi dettagli.

Da quanto si apprende, ulteriori esami avrebbero rilevato anche la presenza di tracce di cocaina nel sangue del 25enne. Tuttavia, la quantità e il momento esatto in cui tali sostanze sono state assunte restano incerti. Sarà l'esame del cappello, ancora da eseguire, a chiarire se il giovane facesse uso abituale di cocaina e se l'avesse assunta la sera in cui è morto.

Circostanze della morte

Alex Marangon, 25 anni, è stato ritrovato senza vita il 2 luglio 2024 lungo le rive del Piave, dopo essere scomparso tra il 29 e il 30 giugno, durante un ritiro di sciamanesimo tradizionale amazzonico all'Abbazia di Santa Bona di Vidor.

Secondo quanto testimoniato dai presenti, l'ultima volta che Alex è stato visto, stava correndo verso il bosco, urlando, prima di far perdere le proprie tracce. I partecipanti all'evento lo hanno cercato per alcune ore prima di allertare i carabinieri.

L'autopsia ha evidenziato lesioni significative: una frattura alla base del cranio, costole rotte, un grande ematoma sull'occhio sinistro e un profondo taglio al torace. Queste ferite non sembrano compatibili con una semplice caduta accidentale, e la Procura di Treviso mantiene aperto il fascicolo per omicidio, senza tuttavia aver ancora identificato un indagato. La dinamica dell'incidente resta dunque ancora avvolta nel mistero.

Il ricordo della sorella Giada

Ieri, 18 settembre 2024, la sorella di Alex, Giada, ha voluto ricordare il fratello in un lungo post su Facebook, per "cercare di farlo conoscere a chi non lo ha incontrato".

"Vorrei cercare di far conoscere Alex anche alle persone che non hanno avuto la fortuna di incontrarlo e di vedere con i propri occhi che persona fantastica era ed è, perché continua a vivere nel cuore e nei pensieri di tutte le persone che gli vogliono bene e questo nessuno potrà portarcelo via.

Mio fratello ha sempre avuto un cuore non grande, ma enorme. È sempre stato quel ragazzo che portava luce e voglia di vivere ovunque andasse. Ha sempre visto il buono in tutti. Ha sempre avuto una parola di conforto per chiunque. Ha sempre cercato di aiutare tutti, non solo la sua famiglia e i suoi amici...tutti...anche chi aveva appena conosciuto. È sempre stato pronto a difendere chi aveva bisogno".

Alex e la sorella Giada

"Come descrivere Alex?

Generoso. Altruista. Empatico. Fiducioso. Con una luce negli occhi che pochi possono vantare, quella luce e voglia di vivere che è solo da invidiare. Un sorriso contagioso che rimaneva impresso in chiunque. Un ragazzo disposto a mettersi in discussione, disposto a guardarsi dentro per star bene con sé stesso, per migliorare e per far stare meglio anche gli altri.

Alex è sempre stato (non solo per me) la spalla sulla quale piangere, quel sorriso che portava un raggio di sole in una giornata di pioggia, quell'abbraccio che ti ridava il respiro quando il resto del mondo ti toglieva l'aria, quella voce che ti dava la forza e il coraggio di affrontare qualsiasi cosa.

Alex voleva viaggiare e vivere il mondo, non voleva vedere e visitare e basta come fa la maggior parte delle persone. Lui voleva vivere i luoghi, vivere la gente del posto, sentire sulla sua pelle ogni sfumatura dei posti in cui andava e in ogni parte del mondo ha lasciato qualcosa di bello e di indelebile in chiunque abbia incontrato e siamo fieri e orgogliosi di lui.

Alex è sempre stato troppo buono, troppo tutto per questo mondo così crudele...un mondo che non merita una persona così speciale...ed ecco il perché di uno dei disegni sulla sua bara: la Fenice, simbolo di rinascita, perché spero che ora sia in un posto migliore rispetto a questo mondo in cui domina odio, egoismo, crudeltà, un mondo in cui si punta il dito contro la vittima e non contro il carnefice.

Mi dispiace tanto per le persone che non hanno avuto la fortuna e l'onore di conoscere il mio fratellino perché io mi ritengo la persona più fortunata al mondo per avere un fratello come lui e per essere sua sorella. Spero che la sua bontà e la sua fiducia nel prossimo aiutino ad arrivare alla verità.

È difficile raccontarlo a parole e rendere l'idea di chi realmente è. Spero perlomeno di essere riuscita a lasciare in ognuno di voi un po' di quella scintilla, di quella sua luce negli occhi, della sua voglia di vivere, della sua bontà, del suo altruismo e che ognuno di voi possa portare un po' di lui in ogni gesto che farà, in ogni persona che incontrerà e in ogni difficoltà che affronterà".

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