Caso Marangon, Alex ha assunto l'ayahuasca prima di morire: la conferma dal test tossicologico
"Ci aspettiamo le prime iscrizioni nel registro degli indagati, non si possono somministrare sostanze vietate dalla legge e non si possono consegnare bugie alle Autorità che indagano per un presunto omicidio"
Trovate tracce di ayahuasca nel corpo di Alex Marangon. La prima certezza su quello che è diventato un vero e proprio giallo arriva dai primi esiti degli esami tossicologici, che confermano quella che finora è stata solo un'ipotesi: Alex, prima di morire, aveva assunto il decotto allucinogeno a base di piante amazzoniche.
Tuttavia, questo risultato, non è ancora sufficiente per fare piena luce sulla morte del barista 25enne, avvenuta nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, durante un raduno sciamanico nell'Abbazia di Santa Bona a Vidor, ci sono ancora molti punti da chiarire.
Alex ha assunto l'ayahuasca prima di morire: la conferma dal test tossicologico
Gli esami tossicologici eseguiti dalla professoressa Donata Favretto dell'Università di Trieste hanno confermato che Alex Marangon ha assunto l'ayahuasca, un decotto a base di erbe amazzoniche con potenti effetti allucinogeni, illegale in Italia dal 2022.
A fine giugno Alex ha partecipato a un raduno sciamanico, il Sol del Putamayo, organizzato dal duo ZuMusic nell'Abbazia di Vidor con protagonisti due curanderos colombiani, Sebastian Castillo e Jhonny Benavides.
Ma nella notte tra il 29 e il 30 giugno, durante il rituale, Alex si è allontanato dall'abbazia accompagnato da Benavides. Secondo la testimonianza del curandero, però, non comprendendo le parole di Alex, Benavides sarebbe tornato all'abbazia per cercare un traduttore. Ma al suo ritorno di Alex non vi era più traccia.
Il corpo senza vita di Alex è stato ritrovato due giorni dopo, sul greto del fiume Piave, a circa 4 chilometri di distanza dal luogo dell'evento, con segni di ferite ed ecchimosi.
Cosa sia successo quella notte ad Alex è ancora un mistero.
L'unica certezza arriva ora proprio dall'esame tossicologico che ha confermato ciò che in tanti, a partire dagli organizzatori Andrea Zuin e Tatiana Marchetto e dai due colombiani (spariti subito dopo), avevano negato: durante il rituale, prima di morire, Alex ha assunto l'ayahuasca.
I genitori di Alex sin dal primo giorno hanno denunciato l'omertà dei partecipanti, sostenendo che nascondano la verità. Da quanto si apprende, infatti, sarebbero anche state cancellate delle chat dai partecipanti al raduno, che hanno fornito anche almeno tre ricostruzioni differenti dei fatti di quella tragica notte.
Il messaggio a un amico: "Farò un ritiro con l'ayahuasca"
Da quanto emerso negli ultimi giorni, inoltre, il 25enne era già consapevole tempo prima che nel raduno all'Abbazia di Vidor avrebbe assunto l'ayahuasca e lo avrebbe confessato in un messaggio vocale inviato ad un amico, riprodotto durante una puntata di Pomeriggio Cinque.
"Sono arrivato prima, in una casa condivisa, adesso ho mangiato una pizza, sembra che ci siano buone proposte, tante news, ho già detto che non faccio tutta la stagione, andrò a fare una cerimonia con l’ayahuasca".
Le indagini
La conferma delle tracce di ayahuasca nel sangue del 25enne, tuttavia, è solo uno dei risultati dei test tossicologici. Infatti, verranno effettuate altre analisi per cercare tracce di altre sostanze nel corpo del giovane.
Dopo il ritrovamento del corpo di Alex, la Procura di Treviso ha aperto un'inchiesta per omicidio, che resta ancora aperta senza indagati tra i circa venti partecipanti al rito, compresi i due curanderos colombiani che sono andati all'estero subito dopo il raduno.
Ma bisognerà aspettare gli esiti degli esami completi per capire come proseguiranno le indagini. A tal proposito l'avvocato della famiglia Marangon, Stefano Tigani, non ha voluto rilasciare dichiarazioni:
"Con l'esito di questo esame sicuramente qualcosa succederà. Ma dovrà essere la Procura a spiegare come proseguiranno le indagini. Noi abbiamo sempre presentato le nostre richieste e la Procura le conosce bene.
Ma prima dell'esito degli esami completi non voglio pronunciarmi", ci ha spiegato l'avvocato Tigani.
A esprimersi sulla vicenda, invece, è stato l'altro legale che rappresenta la famiglia Marangon, Nicodemo Gentile, che in un post su Facebook ha commentato la notizia:
"Morte di Alex Marangon: altro che purghe.
Molti dei soggetti che avevano organizzato e partecipato al rito avevano negato l'uso e la somministrazione di questa pianta allucinogena, inserita nelle tabelle ministeriali delle sostanze vietate, all' interno dell' Abbazia di Vidor nei 2 giorni che hanno preceduto la morte di Alex.
Purtroppo i 2 curanderos sono riusciti a volare all'estero.
Ora, se queste informazioni giornalistiche verranno confermate, ci aspettiamo le prime iscrizioni nel registro degli indagati, non si possono somministrare sostanze vietate dalla legge e non si possono consegnare bugie alle Autorità che indagano per un presunto omicidio."