La svolta

Morte Anila Grishaj, l'operaia è stata uccisa dal macchinario attivato per errore

La procura di Treviso che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo dopo la morte dell'operaia albanese 26enne dipendente della "Bocon" di Pieve di Soligo.

Morte Anila Grishaj, l'operaia è stata uccisa dal macchinario attivato per errore
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Fuori dal'azienda il presidio del sindacato per richiamare l'attenzione sulla necessità di attivare strumenti di prevenzione e maggiori risorse per i controlli

Morte Anila Grishaj, l'operaia è stata uccisa dal macchinario attivato per errore

Un errore umano, un comando impartito per errore da un collega mentre Anila Grishaj stava effettuando un controllo. Sono queste le conclusioni a cui è giunta la procura di Treviso che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo dopo la morte dell'operaia albanese 26enne dipendente della "Bocon" surgelati di via Montello a Pieve di Soligo.

La donna, residente a Miane con la famiglia, lavorava nell'azienda da 5 anni e l'anno scorso era diventata capo linea. Fiducia e competenza l'avevano premiata con una promozione, ma martedì si è consumata la tragedia. erano circa le 16 quando Anila è stata uccisa dal macchinario che le ha schiacciato le vertebre cervicali. Il macchinario è stato sequestrato, mentre si valuta la possibilità di effettuare l'esame autoptico sulla salma.

 

Il grido d’allarme della Sigla sindacale trevigiana FLAI CGIL

"Nel ribadire la necessità di maggiori controlli e di rimpolpare gli organici Spisal, cronicamente sottodimensionati rispetto al tessuto produttivo della Marca, e nell’esprimere vicinanza ai familiari e ai colleghi della vittima, la categoria sindacale FLAI CGIL Treviso lancia un grido d’allarme in particolare per il comparto dell’industria alimentare, dove la cultura della sicurezza troppo spesso si piega alle necessità di produzione, nello specifico alla crescente velocità dei macchinari che abbassa notevolmente la soglia di prevenzione degli infortuni."

A puntare il dito e richiamare l’attenzione in tema di sicurezza nel settore è Danilo Maggiore della FLAI CGIL di Treviso che, il giorno dopo l’incidente mortale alla Bocon, richiama l'attenzione sulla necessità di attivare strumenti di prevenzione e maggiori risorse per i controlli. Ieri è stato organizzato anche un presidio di fronte ai cancelli dell’azienda di surgelati alimentari di Pieve di Soligo nel corso della mattinata.

“Non è il primo incidente mortale che si verifica quest’anno nel comparto alimentare - sottolinea ancora il sindacalista della CGIL - fatti drammatici come questo in cui ha perso la vita una giovane lavoratrice lasciano sempre sconcertati ma pare che non bastino mai perché si faccia qualcosa di veramente significativo per interrompere e invertire la rotta in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. I dati recentemente diffusi ci consegnano una provincia nella quale la conta delle vittime è spietata e tragica. In generale, sempre più, le esigenze di produzione del settore e di velocità dei macchinari, non rispondono al bisogno di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici.

Attendiamo le opportune e doverose verifiche da parte dalle autorità competenti - conclude Danilo Maggiore -, contestualmente si valuterà se attuare iniziative, anche di protesta a livello territoriale che coinvolgano tutte le rappresentanze sindacali. Facciamo come CGIL, inoltre, appello a tutti i lavoratori e le lavoratrici della Marca perché si utilizzi la giornata di sciopero in programma per venerdì 24 novembre per dare un segnale alle Istituzioni perché si intervenga anche su questo importante fronte, che in tutti i luoghi di lavoro venga garantita la salute e non si rischi la vita - concludono Maggiore delle FLAI CGIL di Treviso”.

Consiglieri regionali Dem: " la Regione ha il dovere di verificare le condioni di sicurezza"

"È a dir poco straziante l'incidente mortale sul lavoro verificatosi ieri nel trevigiano: un'altra, giovanissima, vita persa per colpa di un sistema produttivo che nel suo insieme ha troppe inaccettabili falle sul fronte della sicurezza. Eloquente il dato del Veneto relativo ai primi otto mesi dell'anno, con ben 60 morti, in media uno ogni 4 giorni (fonte: Osservatorio Vega Engineering di Mestre)-prendono posizione i consiglieri regionali del PD Veneto, Vanessa Camani e Andrea Zanoni, a nome del gruppo dem.-Il lavoro ha un valore enorme. E non si può più consentire che prevalga la logica del risparmio, del lavoro precario o in subappalto e del lavoro malpagato. Sono queste le storture che espongono i lavoratori a rischi pesantissimi per la loro vita.

E anche la Regione ha il dovere di mettere un argine a questa deriva. Servono innanzitutto iniziative concrete per la verifica delle condizioni di sicurezza sui posti di lavoro. Presenteremo in questo senso un'interrogazione per chiedere nel dettaglio l'attuale organico Spisal che è operativo in ognuna delle province venete. Bisogna una volta per tutte che a livello istituzionale si riconosca e si diano risposte sostanziali ad un vuoto che è complice di questa tragedia infinita".

Infine il richiamo dei consiglieri dem è per una "accelerazione della campagna di informazione e sensibilizzazione sulla sicurezza che la Giunta ha annunciato qualche giorno fa presso H-Farm. C'è la necessità di allargare l'iniziativa con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali che hanno il polso reale della situazione ed una conoscenza approfondita dei problemi e delle soluzioni da adottare per un vero contrasto al fenomeno delle morti bianche.

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