Morte di Alex Marangon, la famiglia chiede giustizia: denuncia e richiesta danni
Le tracce di cocaina nel copro del 25enne, secondo i genitori, potrebbero essere dovute al "Mambe de coca", un preparato in polvere non raffinato.

L'avvocato Stefano Tigani, che rappresenta i genitori di Alex Marangon, lunedì 28 luglio 2025 ha affermato che sporgerà una denuncia-querela contro ignoti e una richiesta risarcitoria per far chiarezza sulla morte del barista di Marcon.
La morte di Alex Marangon
Alex Maragon ci ha lasciato la notte tra il 29 e 30 giugno 2024 mentre partecipava a un rito spirituale all'Abbazia Benedettina di Santa Bona a Vidor. Di fatto, quella sera il 25enne avrebbe assunto una bevanda a base di ayahuasca, una miscela di erbe tipiche dell'amazzonia che ha un effetto psichedelico poiché contenente dimetiltriptammina (DMT).

Secondo la ricostruzione attuale, il giovane avrebbe assunto il mix di erbe che lo avrebbe fatto entrare in uno stato di agitazione: cosa normale secondo i curanderos che partecipavano al rito. Tuttavia, verso l'una di notte si sarebbe allontanato, dirigendosi verso la terrazza che si affaccia sul Piave per poi precipitare per circa 15 metri, atterrando sul greto del fiume.

Inoltre, dagli esami tossicologici è risultato che Alex avesse assunto della cocaina, ma non all'interno del rito. Infatti, secondo quanto affermato da uno dei curanderos, se lo avessero saputo non gli avrebbero fatto assumere l'ayahuasca. Tuttavia, secondo i genitori potrebbe trattarsi di "Mambe de coca", un preparato in polvere non raffinato contenente foglie di coca e cenere di altre piante. Di fatto, non ha un principio psicoattivo come quello della cosiddetta polvere bianca, ma è più simile a quello della caffeina e potrebbe spiegare le tracce della droga nel corpo di Marangon.

La denuncia
L'avvocato Tigani ha evidenziato che stanno predisponendo una denuncia da presentare al Tribunale di Treviso, assieme ad una risarcitoria in sede civile. Al momento, la denuncia è a carico di ignoti e nella lista degli indagati non c'è alcun nome. Tuttavia, il pubblico ministero Giovanni Valmassoi dovrà scegliere se cambiare il titolo di reato, che attualmente è omicidio colposo.

Di fatto, i genitori sono convinti che Alex non si sarebbe mai buttato volontariamente e, a un anno dalla morte del figlio, vogliono avere delle risposte. Soprattutto, sottolinea il padre, poiché hanno impiegato più di tre ore per dare l'allarme.