Si avvia alla conclusione il processo per l’omicidio di Margherita Ceschin, la 72enne trovata senza vita nella sua abitazione di via XXVIII Aprile a Conegliano il 23 giugno 2023.

Omicidio Ceschin, la Procura chiede due ergastoli
Nella giornata di giovedì 6 novembre 2025, al termine della lunga requisitoria, il pubblico ministero Michele Permunian ha formulato le richieste di condanna: ergastolo e un anno di isolamento diurno per Sergio Lorenzo e Mateo Garcia, 18 anni di reclusione per Kandy Maria Rodriguez e 4 anni per Juan Beltre Guzman, la cui posizione è stata derubricata da concorso in omicidio a favoreggiamento. La sentenza è attesa il prossimo 13 novembre davanti alla Corte d’Assise di Treviso.
Il movente economico e il “mandante” scomparso
Secondo la ricostruzione della Procura, l’assassinio sarebbe maturato per ragioni economiche su mandato dell’ex marito della vittima, Enzo Lorenzon, 81 anni, ex imprenditore di Ponte di Piave, morto per cause naturali nell’agosto scorso.

L’ex marito avrebbe nutrito un profondo risentimento nei confronti della ex moglie, più che per l’importo dell’assegno di mantenimento – 10mila euro mensili garantiti da un’ipoteca da 500mila euro – per la libertà economica che lei aveva conquistato dopo la separazione.
Lorenzon, secondo l’accusa, avrebbe chiesto a un conoscente di “farle del male” e successivamente si sarebbe rivolto a Sergio Lorenzo, cugino della sua convivente, che avrebbe organizzato il gruppo di esecutori, tutti di origine dominicana: il fratello Joel, Mateo Garcia (arrivato appositamente dalla Spagna) e Kandy Maria Rodriguez, compagna di Joel, incaricata di gestire la parte logistica e il pagamento – circa 50mila euro – promesso ai killer.
Le difese: “Non fu un omicidio premeditato”
Le difese hanno cercato di smontare la ricostruzione dell’accusa. L’avvocato Mauro Serpico, legale di Lorenzo e Garcia, ha sostenuto che la volontà di Lorenzon fosse quella di intimidire la ex moglie, non di ucciderla, e che a colpire la Ceschin sarebbe stato Joel Lorenzo, ex membro delle forze speciali dominicane.
L’avvocato Fabio Crea, difensore di Guzman e in passato anche di Lorenzon, ha invece evidenziato le “falle” investigative, ricordando che in un primo momento erano stati coinvolti altri soggetti poi esclusi dal procedimento.
Infine, il legale Marcello Stellin, difensore di Rodriguez, ha sostenuto che la sua assistita non fosse a conoscenza del piano omicidiario “fino a fatti compiuti”.
L’ultima parola spetterà ora ai giudici: la sentenza è attesa il 13 novembre, data in cui si chiuderà uno dei casi più cruenti e complessi degli ultimi anni nel Coneglianese.