Overdose letale, caccia al pusher che ha venduto la droga a Chiara Friggeri
Per avere un quadro completo gli inquirenti stanno aspettando gli esiti delle analisi. Intanto si procede per il reato di morte in conseguenza di altro reato.
Si attende l'esito degli esami disposti dagli investigatori per definire il quadro della tragica morte di Chiara Friggeri.
Caccia al pusher
Si attende l'esito delle analisi disposte dagli inquirenti per avere un quadro più completo e attendibile su cosa sia successo e perché a Chiara Friggeri, la 18enne di Monfumo morta venerdì scorso all'ospedale di Castalfranco Veneto a causa di un'overdose. E' caccia intanto al pusher che avrebbe venduto la dose letale alla ragazza. Del fascicolo si sta occupando il sostituto procuratore Giulio Caprarola, mentre le indagini sono condotte dai Carabinieri di Castelfranco.
Dose tagliata male?
Gli investigatori cercano risposte in particolare sulla sostanza assunta da Chiara, molto probabilmente cocaina, e se la dose che la giovane si era procurata fosse eventualmente tagliata male. Al momento infatti si procede per il reato di morte in conseguenza di altro reato e sembra che la posizione del fidanzato piemontese della 18enne, che si trovava con lei a Monfumo (a casa della madre) quella maledetta domenica, sia già stata vagliata dagli inquirenti.
L'allarme dato dal fidanzato
Non sarebbe stato lui a fornire la droga alla giovane, come si era inizialmente ipotizzato, ma è stato lui - il fidanzato - a dare l'allarme non appena, dopo l'assunzione della dose, Chiara si è sentita male ed è crollata a terra priva di sensi. La coppia era appena rientrata dal Piemonte dove aveva trascorso il periodo di lockdown forzato. Domenica 7 giugno i due si trovavano a Monfumo, a casa della madre di lei, e nella camera da letto si è consumata la tragedia.