PRESIDIO

"Reato di omicidio sul lavoro anche per Mattia", la protesta davanti al Tribunale di Treviso

Continua il processo per la morte del 23enne di Montebelluna, rimasto schiacciato da un carico in cantiere

"Reato di omicidio sul lavoro anche per Mattia", la protesta davanti al Tribunale di Treviso
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La voce di amici, familiari e associazioni nel nome di Mattia Battistetti si fanno sentire davanti al Tribunale di Treviso dove stamane alle ore 9 di lunedì 26 febbraio 2024, si è tenuta la settima udienza del processo per il tragico incidente sul lavoro che ha visto la morte del 23enne di Montebelluna.

Ogni lavoratore ha diritto di fare ritorno a casa

Sono passati quasi tre anni da quel fatidico 29 aprile 2021, in cui Mattia Battistetti è rimasto schiacciato da un carico di 15 quintali staccatosi da una gru nel cantiere edile della ditta Bordignon dove lavorava come operaio.

Il processo era stato annunciato nel maggio dello scorso anno dove sono stati individuati sei imputati accusati a vario titolo di omicidio colposo, lesioni colpose gravissime e inosservanza delle norme sulla sicurezza.

Tra loro Andrea Gasparetto, 43 anni di Istrana, legale rappresentante della Altedil di Trevignano, azienda per cui lavorava Mattia, Bruno Salvadori, 56 anni di Mogliano, legale rappresentate della Essebi, la ditta ha effettuato il montaggio della gru, Loris Durante, il 43enne di Volpago che operava sul ponteggio mobile, Gabriele Sernagiotto, 60 anni di Montebelluna, per il suo ruolo di coordinatore della sicurezza del cantiere in fase esecutiva, Gian Antonio Bordignon, 55 anni di Volpago del Montello, titolare del cantiere e responsabile dei lavori, e infine Marco Rossi, 40 anni di Montebelluna, dipendente della Bordignon e delegato per la sicurezza nonché responsabile del servizio prevenzione e protezione.

A tre anni dalla scomparsa di Mattia

La famiglia chiede giustizia dopo tre anni dall'accaduto e la madre, Monica Michielin, lancia un nuovo appello colto dalle numerose associazioni di amici e lavoratori che attraverso la mobilitazione si battono per raccogliere le firme necessarie affinché venga introdotto il reato di omicidio sul lavoro.

Il pittore e scultore Carlo Soricelli Iadanza è vicino alla famiglia di Mattia che stamattina ha dovuto rinnovare il proprio dolore presso il Tribunale di Treviso nel ricordo della sua scomparsa. Tra le sue opere anche "Il muro delle farfalle bianche" come simbolo della purezza di chi non ha colpa e perde la vita in stragi che ad oggi rimangono impunite.

Tra le associazioni dinnanzi le porte del Tribunale anche Il Bene Comune Pordenone con un appello: "Morire di lavoro non è mai una fatalità".

Vicino alla causa anche Giuseppe Giulietti, coordinatore associazione Articolo 21

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