Nel cantiere "maledetto"

Conservare il punto esatto dove è morto Mattia per onorarne la memoria: ignorata la richiesta della famiglia

Il desiderio della famiglia Battistetti si è scontrato con un muro di silenzio, poi è arrivata anche la "diffida" a fotografare i cantieri.

Conservare il punto esatto dove è morto Mattia per onorarne la memoria: ignorata la richiesta della famiglia
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La famiglia aveva chiesto un gesto di sensibilità per la memoria di Mattia Battistetti, morto lo scorso aprile nel cantiere a Montebelluna. La risposta è stato il silenzio e un invito: "Non fotografate i nostri cantieri".

Conservare il punto esatto dove è morto Mattia

Un'unica comprensibile e toccante richiesta, a cui è seguito però un silenzio assordante. Anzi, è arrivata addirittura una neanche tanto velata diffida. Un'indifferenza che fa male ma che forse, purtroppo, non dovrebbe sorprendere.

La famiglia di Mattia Battistetti, il ragazzo di 23 anni deceduto lo scorso 29 aprile a causa di un carico di impalcature caduto da una gru in movimento nel cantiere Bordignon di via Magellano a Montebelluna, appena accaduta la tragedia aveva infatti espresso il desiderio che il luogo fisico nel quale Mattia era caduto esamine, circa 2 metri quadri, fosse lasciato nello stato in cui si trovava rispettando e conservando così la sua memoria.

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Tale desiderio era giunto agli avvocati dell’Impresa Bordignon, di Altedil, al direttore dei lavori e al sindaco di Montebelluna tramite il legale della famiglia Battistetti, l’avvocato Francesco Sernaglia.

La "diffida"

Non avendo a tutt’oggi ricevuto nessun minimo riscontro, l’avvocato della famiglia si è visto costretto a comunicare ai suoi assistiti che, "l'unica risposta arrivata è stata quella di Altedil, che ha tuttavia chiarito di nulla poter disporre in merito".

Dagli altri soggetti coinvolti e interpellati, silenzio assoluto. Anzi, di fronte all'ennesimo sollecito, aggiunge il legale:

"Ho ricevuto una mail dall'avvocato dell'Impresa Bordignon che, anziché rispondere, mi suggeriva di invitare la signora Monica Michielin (mamma di Mattia, ndr.) ad astenersi dal fotografare i cantieri dell'Impresa Bordignon".

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Poi l'amara conclusione, più da uomo che da professionista:

"Ribadito che la nostra richiesta non ha un fondamento giuridico e che Voi non avete il diritto di chiedere il rispetto di quei pochi metri di terreno, mi domando che senso abbiano le 'sentite condoglianze' se poi in quasi tre mesi non si trova nemmeno il tempo di rispondere a una semplice domanda e di dare qualche minuto di conforto a una famiglia straziata dal lutto", ha scritto l'avvocato alla famiglia Battistetti.

"Concludo considerando che è bene che il ricordo di Mattia sia quindi affidato ad altri luoghi e persone, che più degnamente rappresentino il suo buon cuore e che nulla, se non infondate diffide, vi dobbiate attendere da coloro che abbiamo vanamente interpellato".

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