Bye bye soluzione del giallo di Alex Marangon: il test decisivo ha avuto esito negativo
Per determinare l’esatta composizione di queste tracce, saranno necessarie ulteriori analisi, i cui risultati sono attesi entro dieci giorni
Lo avevamo detto: questa rischiava di essere l'ultima occasione per far luce sulla morte del barista veneziano 26enne Alex Marangon, una fine avvolta sin da subito da troppe ombre, dalle chat cancellate alle versioni contrastanti dei presenti.
Nell’auto di Alex Marangon erano state trovate tre macchie, forse di sangue, che ora sono state analizzate dai carabinieri del RIS di Parma. Ma un primo test effettuato con reagenti sensibili al plasma sanguigno dai Ris di Parma ha dato esito negativo: niente sangue.
Insomma la soluzione del giallo si allontana sempre di più.
Macchie sospette nell'auto di Alex, i primi test escludono siano tracce di sangue
La morte del 25enne di Marcon, scomparso nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024 dopo aver partecipato a una cerimonia sciamanica presso l’abbazia Vidor, resta insomma avvolta nel mistero. Dal 2 luglio scorso, giorno in cui è stato ritrovato il suo corpo su un isolotto del fiume Piave a Ciano del Montello, circa otto chilometri più a valle, proseguono le indagini: la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti.
A scoprire queste macchie sospette, un alone rossastro sul sedile anteriore e un grumo vicino al freno a mano, nell'auto del 25enne sono stati i familiari, che hanno subito richiesto alle autorità di analizzarle.
Tuttavia, i primi esami eseguiti lunedì 4 novembre 2024 dai Ris di Parma hanno escluso che si trattasse di sangue. Per determinare l’esatta composizione di queste tracce, saranno necessarie ulteriori analisi, i cui risultati sono attesi entro dieci giorni.
Morto durante un raduno sciamanico
I tanti dubbi sulla morte del barista 25enne restano quindi ancora irrisolti. La notte della scomparsa, Alex aveva partecipato a un raduno sciamanico organizzato nell’abbazia di Vidor da Andrea Zuin e Tatiana Marchetto.
Durante la cerimonia, una ventina di partecipanti, guidati dai curanderos colombiani Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, avrebbero consumato una pozione psicotropa a base di erbe amazzoniche, l'Ayahuasca, vietata in Italia. A confermare che Alex ha assunto questo decotto psichedelico durante il raduno è stato il test tossicologico eseguito dopo la morte. Ma dagli esami sono emerse anche tracce di cocaina nel sangue del giovane.
Ancora non è chiaro cosa sia successo quella sera, ma, secondo quanto raccontato dai presenti, pare che Alex abbia lasciato improvvisamente l'abbazia. A seguire Alex sarebbero stati proprio i due curanderos, tornati poco dopo senza di lui, affermando che il 25enne fosse scomparso.
Da quel momento, attorno alle 3 della notte tra il 29 e il 30 giugno, sono iniziate le ricerche da parte dei presenti. Le ricerche ufficiali sono iniziate solo qualche ora dopo, con la denuncia di scomparsa presentata alle autorità alle 7 del mattino. Il corpo del giovane, infine, è stato ritrovato solo due giorni dopo, il 2 luglio, nella zona di Ciano del Montello, su un isolotto del fiume Piave, circa 4 km a valle dal punto zero di ricerca a Vidor.