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Treviso sul podio nel report di Legambiente sulle 18 città d'Italia più inquinate

A seguire Padova e Venezia con 62 giorni di sforamento dei livelli di PM10. Treviso: situazione critica a causa della cementificazione

Treviso sul podio nel report di Legambiente sulle 18 città d'Italia più inquinate
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Treviso si aggiudica il terzo posto su di un podio nero, sporcato dall’aria malsana che la città respira ormai da troppo tempo. Secondo il report “Mal’Aria di Città 2024” di Legambiente sarebbero 63 i giorni di sforamenti di PM10 sui 365 del 2023 e le ragioni sarebbero da imputarsi alla continua perdita del suolo dovuta alla cementificazione.

Situazione insostenibile

La cementificazione produce un’idea di bellezza falsata del paesaggio, come già denunciato da Borgese per la Brianza negli anni Settanta, attraverso un’ottica estremista per cui le azioni di salvataggio del paesaggio sono considerate un’utopia, a causa della mancanza di una coscienza collettiva.

I dati forniti da Legambiente servono proprio per attivare una presa di coscienza nel cittadino e negli enti per contrastare l'inquinamento ambientale. Le statistiche però confermerebbero che non vi è in atto nessun processo di riduzione delle quantità di PM10, o comunque insufficiente per fronteggiare l’emergenza:

 “I dati del 2023 ci dicono che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento” - spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente. “Ad oggi, infatti, ben 35 città dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di PM10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%, mentre per il PM2.5 il numero di città coinvolte sale a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Non migliore la situazione per quanto riguarda l’NO2, dove 24 città dovranno ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%. Alla luce degli standard dell'OMS, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa ancora più critica. Bisogna determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l'impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sancisce dunque valori ancor più stringenti rispetto alla legge italiana, per cui la richiesta di Legambiente è quella di portare tali valori ad un limite adeguato ed effettivo per la salvaguardia della salute del cittadino.

Misure utili secondo Legambiente

A questo proposito, Legambiente invita la cittadinanza a prevenire singolarmente il livello di rischio con l’utilizzo adeguato delle mascherine per proteggersi dalle particelle sottili di PM2.5 e PM10 e da altri inquinanti. Si consiglia dunque l’uso di mascherine filtranti, purificatori o il ricambio di aria negli spazi chiusi in orari specifici, ovvero nelle ore più calde della giornata.

Sono disponibili informazione utili sui comportamenti da tenere su siti web e app dedicate al monitoraggio dei livelli di inquinamento. Nei giorni critici è consigliata la permanenza in casa mentre per gli spostamenti è preferibile utilizzare i mezzi pubblici riducendo al minimo l'uso dell'auto.

Il valore limite stabilito dal decreto legge 155/2010 per la media giornaliera è di 50 μg/m3 con un massimo di 35 superamenti in un anno. Al di sopra di quel parametro, è sconsigliato uscire: i valori di queste ultime settimane sono stati tra gli 80 e i 130 μg/m3. Per quanto riguarda gli enti locali, invece, prevenire significa incentivare l’uso del trasporto pubblico, implementare ZTL e le zone 30, promuovere l’homeworking, supportare l’installazione di tecnologie a emissioni “quasi zero” per quanto riguarda il riscaldamento, eseguire controlli sugli allevamenti intensivi nelle campagne e la lista prosegue.”

Eccessivo consumo di suolo

Un altro fattore da non sottovalutare per far sì che una città sia in grado di definirsi pienamente green sarebbe quello di bloccare ulteriore consumo di suolo. Non a caso, l’Unione Europea spinta dalla necessità di mettere in campo misure di cura, ha firmato la Nature Restoration Law, che invita a un maggior riguardo nello sfruttamento e nella distruzione di ecosistemi naturali con un obbligo di naturalizzazione di aree compromesse da precedenti interventi antropici.

La cementificazione, problema principale a Treviso, è strettamente legata all’inquinamento atmosferico in quanto la riduzione delle aree verdi interferisce con la capacità di assorbire CO2 e altri inquinanti atmosferici. Tra questi agenti depurativi anche siepi, prati e le fasce tampone lungo i corsi d’acqua

“Preservare queste zone sarebbe fondamentale soprattutto lungo arterie stradali come Viale della Repubblica, il Terraglio, la tangenziale – che si trovano anche a ridosso di scuole e aree residenziali – e che attualmente sono particolarmente interessate e minacciate dalle lottizzazioni e nuovi progetti edificatori. Occorre immaginare il cemento come un tumore e come tale non dobbiamo solo fermarlo, ma rimuoverlo, e dunque rinaturalizzare: rinaturalizzare per migliorare la qualità dell’aria e di conseguenza la salute dei cittadini. Come Legambiente Treviso stiamo lavorando ad alcune proposte concrete e l’evento del prossimo 17 febbraio “Esploriamo le zone verdi. Passeggiata nelle zone umide tra fiume Botteniga e Piavesella” – organizzato in collaborazione con altre 11 associazioni del territorio – sarà l’occasione per portarle nuovamente all’attenzione della cittadinanza”.

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