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Consorzio Bonifica Piave: "Territorio flagellato, cinque giorni di bombe d'acqua"

Da mercoledì sera 3 giugno è stato un susseguirsi di esondazioni, precipitazioni eccezionali e concentrate in pochissimo tempo.

Consorzio Bonifica Piave: "Territorio flagellato, cinque giorni di bombe d'acqua"
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L'ultimo caso ieri sera a Castelfranco Veneto. Ma nei giorni scorsi in buona parte del territorio della Marca si sono registrate situazioni critiche.

Un comprensorio flagellato da giorni

Da mercoledì sera 3 giugno 2020 il comprensorio del Consorzio Piave è flagellato dal maltempo provocando esondazioni, precipitazioni eccezionali e concentrate in pochissimo tempo e esclusivamente su punti precisi che hanno messo in crisi la difesa e sicurezza idraulica del territorio. Ed è così che il Consorzio prova ora a fare il punto della situazione. Si è aggiunta oltretutto anche Castelfranco Veneto nella lista nera delle aree battute dal maltempo che da una settimana si abbatte sul comprensorio del Consorzio.

"Ieri sera, lunedì 8 giugno, un’ apporto di pioggia fortissimo, circa 80 mm in un’ora, ha provocato allagamenti in centro a Castelfranco e nella periferia sud-est - scrive il Consorzio - Il livello del torrente Avenale è cresciuto di un metro nel giro di mezz’ora, per effetto di un nubifragio localizzato immediatamente a nord di Castelfranco. La pioggia scorrendo su terreni già intrisi dalle precedenti precipitazioni si è riversata completamente negli scoli, come se il suolo fosse impermeabile. Tempestive e frenetiche le manovre degli operatori consorziali, che hanno forzato il riempimento delle casse di espansione di Castello di Godego, sull’Avenale e di Riese lungo il Brenton. Nella notte sono giunte al massimo riempimento le casse di Poggiana, Castello di Godego, Asolo, Caerano, Salvarosa e Riese, quest’ultima per effetto anche delle precipitazione antecedenti. Ora si sta procedendo lentamente allo svaso, perché le previsioni non sono favorevoli".

Consorzio Bonifica Piave: "Territorio flagellato, cinque giorni di bombe d'acqua"

Il commento del presidente Gerolimetto

Il presidente Amedeo Gerolimetto, presente con sopralluoghi nei vari comuni colpiti, dichiara:

“La disponibilità del Consorzio è massima nei confronti degli enti locali e delle istituzioni per attuare delle misure volte a ridurre e contenere i danni derivanti da eventi che sempre di più hanno il carattere di calamità naturale. E’ necessaria una costante attenzione per gli aspetti idraulici, con impiego di risorse e sinergia tra tutti gli attori del territorio”.

La "bomba d'acqua" a Montebelluna

Solo due giorni fa, domenica 7 giugno, un altro evento meteo particolarmente intenso si era aggiunto a quello simile ma meno intenso di sabato 6 pomeriggio ed al temporale nel centro di Montebelluna di mercoledì 3 giugno sera.

"Mercoledì sera, 3 giugno,  il centro di Montebelluna, a nord del canale Brentella, è stato interessato da una pioggia 70 mm in un’ora circa, localizzati tra il centro ed il confine con Caerano. Il canale, in prossimità del cimitero, fuoriusciva dagli argini e si riversava nelle strade entrando negli scantinati".

Sabato pomeriggio, 6 giugno, un altro evento intenso con 60 mm circa in un’ora centrati nell’area di Biadene di Montebelluna. L’acqua scorreva come torrenti lungo le vie di accesso al Montello.

"Ma la vera anomalia è l’estensione e l’intensità dell’evento di domenica, 7 giugno: due ore di pioggia incessante hanno interessato quasi contemporaneamente il territorio collinare e pedecollinare dei colli asolani, delle Rive di Montebelluna, del Montello, della pedemontana del Quartier del Piave, dei colli di Conegliano.

Valori di precipitazione che hanno sommato nelle zone viola fino a oltre 100 mm nell’arco di due ore. L’effetto delle piogge è stato anche accentuato dalla scarsa capacità di assorbimento del terreno, già saturo dalle piogge dei giorni precedenti.

"Si tratta di precipitazioni con elevato tempo di ritorno, che dovrebbero verificarsi con bassissima frequenza, ma che ormai nel periodo di inizio stagione estiva si ripresentano quasi ogni anno. Nelle aree urbane, le reti fognarie sature deviano e costringono l’acqua a percorrere strade, ogni scolo è raggiunto da quantità d’acqua impensabili, ponti insufficienti respingono l’acqua a monte,  pozzetti delle fognature urbane vengono sollevati dall’acqua in pressione, boschi e pendii spazzati dalla pioggia e dal vento restituiscono ammassi di legname secco, ramaglie e potature, veri e propri torrenti scorrono su strade, campi e vigneti, trascinando oltre al fango tutto quello che trovano sul suolo".

Per lo più sono state interessate opere artificiali, nate per fini irrigui, che loro malgrado sono diventate gli unici ricettori delle acque di pioggia nell’alta pianura, dove manca l’idrografia superficiale naturale.

Consorzio Bonifica Piave: "Territorio flagellato, cinque giorni di bombe d'acqua"

Domenica utilizzato anche lo scolmatore

Il personale del Consorzio si è subito attivato non appena sono iniziate le precipitazioni con l’entrata in servizio di 20 tecnici H24 che hanno monitorato costantemente la rete idraulica, eseguito le manovre di scarico e bilanciamento, ricevuto le segnalazioni di cittadini, Protezione Civile e Vigili del Fuoco.

"Per la prima volta domenica è stato utilizzato lo scolmatore che dal canale del Bosco sposta parte dei deflussi nel canale di Ponente, proprio in corrispondenza all’intersezione dei due canali, in via della Vittoria a Giavera del Montello. Il canale di Ponente è stato di recente attrezzato con tre nuovi manufatti idraulici che regolano le portate ed i livelli, sfruttano l’invaso offerto dall’ampia sezione del canale stesso e consentono di scolmare le portate in eccesso nei volumi ricavati nelle cave dismesse attigue al canale. Collaudato venerdì scorso, domenica è entrato in funzione lo scarico nella cava Bombarda, a Volpago del Montello. Questo ha consentito di evitare le conseguenze peggiori a Giavera, Cusignana e Povegliano che hanno visto livelli elevati, ma tali da evitare rilevanti esondazioni".

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I disagi per i residenti

Si sono verificati allagamenti stradali dove l’acqua confluisce per effetto dell’altimetria dei terreni o l’incapienza dei fossati, come in via Montello a Giavera, via Castagnè e via Pastro a Volpago o in via Lavagei a Cusignana, creando notevole disagio ai residenti. A Montebelluna centro la situazione di mercoledì sera, quando l’acqua era tracimata dal canale Brentella toccando l’intradosso del ponte di via S. Caterina, non si è ripetuta, ma probabilmente solo per una manciata di mm di pioggia in meno. Nel Quartier del Piave in centro a Sernaglia il bacino di espansione sul torrente Patean è entrato in funzione proteggendo il centro del paese (foto a destra n. 2). Purtroppo, l’ingente afflusso di origine meteorica non ha trovato completa capienza nei fossati in via Farra e via Busche, dove sono avvenute tracimazioni. Anche a Farra di Soligo ed a Soligo stesso si sono verificate fuoriuscite d’acqua in aree stradali, che poi in alcuni casi hanno interessato edifici pubblici e privati.

"Non sempre le reti di raccolta sono in grado di accogliere in sicurezza l’acqua di origine meteorica. Esse funzionano con regolarità fino ad un determinato apporto, ma se l’intensità supera un certo limite, l’insufficienza idraulica è inevitabile. Quando la pioggia ha carattere torrenziale la portata aumenta localmente in modo rilevante e nel giro di pochi minuti. Fognature urbane e tombini raggiungono la saturazione e l’acqua ruscella superficialmente, lungo le strade o seguendo le linee di massima pendenza. A quel punto, quando la rete ha raggiunto la sua massima capacità, la difesa idraulica è affidata alla capacità delle costruzioni circostanti di evitare intrusioni nei punti più depressi, che per loro natura sono rappresentati dagli interrati. Quote di bocche di lupo e sommità delle rampe di accesso superiori alle quote medie stradali impediscono intrusioni d’acqua.

Ricordiamo - scrive ancora il Consorzio - anche in questa occasione che il rispetto delle regole e la prevenzione a tutti i livelli sono le vere uniche armi vincenti in questi casi. Esse significano:

  • attenzione agli aspetti di sicurezza idraulica intrinseca dei fabbricati (uno scantinato a 2 metri da un torrente con quote degli accessi più basse del livello di piena o della strada è una potenziale criticità),
  • rinuncia ai tombamenti dei corsi d’acqua, specie se prolungati, in quanto soggetti ad un elevato rischio di intasamento;
  • rispetto delle fasce laterali ai corsi d’acqua demaniali, funzionali al transito dei mezzi operativi: ciò permette la manutenzione costante dei corsi d’acqua;
  • pulizia dei corsi d’acqua su sedime privato, che deve essere svolta dai rispettivi proprietari;
  • conoscenza delle reti locali, in ambito stradale o di lottizzazione, e delle rispettive criticità.
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