Giallo sulla morte di Alex Marangon, i sospetti della madre: "Lo hanno ammazzato perché non parlasse"
Dopo un mese dalla morte del 25enne, ancora nessuno sviluppo nelle indagini: i risultati degli esami tossicologici non sono ancora disponibili
Il problema è che tutta la vicenda è iniziata come un caso di scomparsa: poteva essere un incidente qualsiasi, poi ci si è messo il dubbio che l'aver bevuto una tisana allucinogena avesse inciso, ma che comunque lui potesse aver fatto tutto da solo.
E' passato un mese dalla morte di Alex Marangon, il 25enne scomparso durante un raduno sciamanico nell'abbazia di Vidor nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024 e trovato morto tre giorni dopo nel Piave.
L'autopsia e i segni sul capo del giovane hanno portato la Procura ad aprire un fascicolo per omicidio, ma i punti da chiarire sono ancora tutti lì. Quando le indagini sono partite davvero, i buoi erano ormai scappati e la stalla prima di essere chiusa era stata pure ripulita.
I genitori di Alex ora tornano a puntare i riflettori sulla tragica scomparsa del figlio, chiedendo che sia fatta piena luce sulla vicenda.
Giallo sulla morte di Alex Marangon
Dopo un mese di indagini, ancora non è emersa la verità sulla morte del barman di Marcon, Alex Marangon. Il corpo del 25enne è stato ritrovato su un isolotto del Piave, su cui si affaccia l'abbazia, dopo tre giorni di ricerche.
Da quanto è emerso dall'autopsia, sul cadavere erano presenti diverse ferite alla testa e al torace, causate molto probabilmente da un oggetto contundente. Ma al momento tutte le ipotesi rimangono aperte: dal suicidio, a cui la famiglia non crede, all'omicidio, su cui però le indagini non sembrano progredire.
I sospetti della madre: "Lo hanno ammazzato perché non parlasse"
Cosa sia successo quella notte è ancora un mistero.
Per la mamma del 25enne, Sabrina Bosser, i partecipanti al raduno sciamanico a cui stava partecipando anche il figlio saprebbero la verità.
Intervistata da La Stampa, Sabrina Bosser ha denunciato il "muro di omertà" da parte di chi era presente alla festa.
Secondo la donna, i partecipanti non starebbero raccontando la verità per proteggersi a vicenda o perché sono stati minacciati.
Il sospetto della madre è che quella sera Alex abbia assistito a una violenza a cui non avrebbe voluto prendere parte, per questo, sostiene la donna, potrebbe essere stato ammazzato di botte per paura che parlasse.
Secondo Sabrina Bosser, inoltre, esisterebbero dei riti sciamanici che avvengono proprio il 30 giugno e il 30 dicembre e che prevederebbero un sacrificio alle 3 di notte (proprio il giorno e l'ora in cui Alex è morto) e che potrebbero essere messi in correlazione con quanto accaduto a Vidor.
Ancora nessuno sviluppo nelle indagini
Uno sviluppo nelle indagini doveva arrivare con gli esami tossicologici, che avrebbero dovuto accertare quali sostanze avesse assunto Alex durante il raduno, in cui si sospetta sia stato fatto uso di Ayahuasca e sia stato praticato il cerchio di Kambo. Tuttavia, i risultati non sono ancora disponibili.
La famiglia di Alex ha anche nominato un perito esterno, secondo cui, da quanto raccontato dalla signora Bosser, il laboratorio di Trieste che ha in carico le analisi non sarebbe in grado di indagare su determinate sostanze.
Un paradosso fra i tanti. Compreso il fatto che i due "santoni" invitati dalla Colombia per officiare il "rito" (il curandero Jhonni Benavides e il suo compagno, un connazionale di professione medico) siano svaniti nel nulla prima dell'alba di quella stessa maledetta notte e che siano stati raggiunti prima da alcuni mezzi di informazione che dagli stessi inquirenti (per negare qualsiasi coinvolgimento nella scomparsa del giovane).
Insomma, una ricostruzione dei fatti iniziata tardi, troppo, anche se forse inevitabilmente. Un altro paradosso lo accennavamo sopra: i luoghi teatro del raduno sciamanico sarebbero stati ripuliti subito dopo per consentire lo svolgimento di un ricevimento di matrimonio nell'abbazia.
E intanto arrivare a una verità si fa ogni giorno più difficile.