GIALLO DI VIDOR

La morte di Alex Marangon dopo il rito sciamanico, i curanderos: "Non sapevamo della cocaina"

Secondo il legale dei due colombiani, quella sera non sarebbe stata somministrata ayahuasca, bensì una semplice bevanda purgante di origine naturale

La morte di Alex Marangon dopo il rito sciamanico, i curanderos: "Non sapevamo della cocaina"
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Restano ancora tante ombre sulla notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, quando Alex Marangon, 25 anni di Marcon, scomparve dopo aver partecipato a un ritiro spirituale nell’abbazia di Santa Bona a Vidor. Il suo corpo fu ritrovato due giorni dopo su un isolotto del Piave, a Ciano del Montello.

Mentre l'inchiesta della Procura di Treviso si avvia verso una possibile modifica del reato da omicidio volontario a morte come conseguenza di altro reato, arriva la versione dei due "curanderos" colombiani presenti quella sera:

"Non sapevamo che Alex avesse assunto cocaina"

Caso Marangon, i curanderos: "Non sapevamo della cocaina"

Secondo quanto riferito dai due curanderos colombiani presenti al ritiro spirituale dell’abbazia di Santa Bona, a Vidor, Alex Marangon avrebbe mostrato comportamenti insoliti e confusi la notte della sua scomparsa.

Il belvedere dell'Abbazia di Santa Bona (clicca per navigare nella mappa)

Uno dei due, Jhonni Benavides, avrebbe raccontato agli inquirenti di aver notato un atteggiamento "innaturale" nel ragazzo e di averlo visto allontanarsi dalla struttura.

Jhonny Benavides, uno dei curanderos

Benavides avrebbe anche provato a seguirlo per accertarsi delle sue condizioni, ma, non comprendendo le frasi che Alex pronunciava sottovoce, avrebbe deciso di tornare all’interno dell’abbazia per cercare qualcuno che potesse tradurle in spagnolo. Al suo ritorno, però, del giovane non c’era più traccia.

Il legale dei due colombiani, l’avvocato spagnolo Oscar Palet Santandreu, ha chiarito che i suoi assistiti non avrebbero ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura di Treviso e che avrebbero appreso i risultati degli esami tossicologici solo dai mezzi d’informazione. A suo dire, quella sera non sarebbe stata somministrata ayahuasca, bensì una semplice bevanda purgante di origine naturale. Il legale ha inoltre sottolineato che l’uso di droghe pesanti, come la cocaina, sarebbe assolutamente vietato in contesti di ritualità sciamanica e che, se qualcuno avesse saputo che Alex ne aveva fatto uso, non gli sarebbe stata offerta nemmeno la bevanda purgativa.

La morte di Alex dopo il rito sciamanico

Il ritiro, organizzato da Andrea Zuin e dalla compagna Tatiana Marchetto, prevedeva due serate di cerimonie sciamaniche all’interno dell’abbazia. Il costo per i partecipanti era di 200 euro a notte. La zona dove si è consumata la tragedia è isolata e buia, con uno strapiombo di 15 metri che affaccia sul fiume.

Resta incerto se Alex sia caduto accidentalmente o si sia lanciato volontariamente. Di certo, dicono i testimoni, era in stato confusionale e si era allontanato da solo nel cuore della notte.

Alex Marangon

Le indagini

All’inizio, il ritrovamento del corpo con alcune ferite aveva fatto ipotizzare un’aggressione. La Procura aveva infatti aperto un’inchiesta per omicidio volontario contro ignoti. Ma l’autopsia ha chiarito che le lesioni sono compatibili con una caduta dall’alto, aggravata dall’impatto con la vegetazione sottostante. Vegetazione che, nei primi giorni di ricerca, era stata in parte rimossa dai soccorritori, rendendo più difficile l’analisi della scena.

I risultati degli esami tossicologici hanno complicato il quadro: nel corpo di Alex sono state trovate tracce di ayahuasca (in particolare del principio attivo DMT), ma anche di cannabinoidi, ecstasy e cocaina. Quest’ultima, secondo gli esperti, sarebbe stata assunta poco prima della morte.

Il diario e il cellulare: elementi chiave per la verità

Un possibile aiuto per comprendere meglio quanto accaduto potrebbe arrivare dal diario personale di Alex, ora restituito alla famiglia insieme al suo telefono cellulare. Nel quaderno, scritto in modo dettagliato, il ragazzo annotava le sue esperienze con le sostanze psichedeliche. Secondo gli investigatori, quei racconti potrebbero rivelare se Alex avesse già fatto uso di ayahuasca, se intendeva assumerla quella sera e da chi si fosse procurato la cocaina.