Manifestazione

Protesta Dpcm Treviso, il ruggito di Piazza dei Signori: "Ora basta, fateci lavorare!" - VIDEO

La manifestazione contro il nuovo decreto del Governo ha raggiunto il suo scopo. Lanciare un messaggio chiaro a Roma: "Non capiscono il territorio".

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Riuscita la manifestazione contro il Dpcm Conte andata in scena in Piazza dei Signori a Treviso.

Piazza dei Signori gremita e fremente di rabbia

Piazza dei Signori piena come non la si ricordava da tempo. Mascherine sì, distanziamento sociale ni. Ma del resto, per molti, l'importante era esserci e testimoniare "in presenza" - come usava una volta - il proprio sdegno per le misure restrittive imposte alle attività produttive nell'ultimo Dpcm Conte. E davvero in tanti stavolta hanno risposto alla chiamata di popolo lanciata da Treviso Imprese Unite per le 18, orario "simbolico" della serrata di bar, ristoranti e locali vari.

Gli interventi dal palco

A prendere la parola subito il principale promotore della manifestazione, il presidente Andrea Penzo Aiello. Tra gli "ospiti", intervenuti per dare un chiaro segno di vicinanza e solidarietà alle partite iva, anche il presidente di Confcommercio Treviso, Federico Capraro, e l'assessore regionale al Turismo e all'Agricoltura, il trevigiano Federico Caner. Intervenuto, come annunciato, anche il sindaco di Treviso, Mario Conte, che a posteriori ha scritto:

"Ero lì, con VOI. Ho ascoltato attentamente le vostre grida di dolore, le ho condivise. Lavoratori, partite Iva, dipendenti, famiglie, uniti in una manifestazione pacifica. Perché siete persone, non pedine e nemmeno caselline da spuntare. Lo sapete già: sul nostro sostegno, seppure piccolo e limitato, potrete sempre contare".

Protesta Dpcm Treviso, il ruggito di Piazza dei Signori: "Ora basta, fateci lavorare!" - VIDEO

Applausi scroscianti dei presenti anche per l'intervento di Capraro:

"A Roma purtroppo c'è gente che è lontana, distante e che non capisce le esigenze del nostro territorio - ha detto - E che pensa che aprire e chiudere le attività sia come accendere e spegnere un interruttore. Non è così, ma del resto chi non ha mai lavorato un giorno in vita sua non lo può capire".

Poi l'appello agli amministratori pubblici presenti:

"Dovete portare queste istanze a Roma e far sentire la nostra voce perché noi vogliamo lavorare, lasciatecelo fare!".

Molto accorato (e applaudito) anche l'intervento dell'assessore Caner:

"Qualcuno mi aveva sconsigliato di venire, altri erano addirittura preoccupati per la mia incolumità ma vi pare che io possa aver paura dei trevigiani? - le sue parole - Vi sembra normale poi che una regione come il Trentino Alto-Adige possa, sulla base dello statuto speciale, posticipare tranquillamente l'orario di chiusura delle attività? E' una cosa che mi fa veramente arrabbiare, perché il virus non si ferma per pochi chilometri o dopo le 18. E noi avremmo dovuto avere già l'autonomia per poter decidere cosa era meglio fare per i veneti!".

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Le parole di Zaia oggi

Il Governatore, nel merito del nuovo decreto del Governo, si era invece già espresso oggi nel tradizionale punto stampa da Marghera:

"Questo Dpcm si trasforma in una vera e propria tragedia per alcuni operatori economici, che sono costretti a chiudere oggi e rischiano di non aprire più. Si colpiscono determinate realtà economiche, ma io non ho alcun dato scientifico che mi dica che nei ristoranti e nelle palestre si siano scatenati cluster di Covid. Se il punto è ridurre gli assembramenti, che senso ha chiudere attività che si sono adeguate anche con oneri cospicui alle Linee Guida del Governo o della Regione? Oggi, dopo il Dpcm, il vero problema del diffondersi del Covid sembra quello del cliente che va al bar o in gelateria. Questo va oltre qualsiasi principio di sanità pubblica".

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