Da Re espulso dopo 40 anni dalla Lega per aver dato del cretino a Salvini
A proporre l'espulsione è stato il segretario Alberto Stefani
Gianantonio Da Re, il trevigiano eurodeputato con una vasta esperienza nel partito, è stato espulso dalla Lega Nord Liga Veneta durante il direttivo regionale di giovedì 7 marzo 2024 a Padova.
Da Re espulso dopo 40 anni dalla Lega per aver dato del cretino a Salvini
La decisione è stata presa dopo che Da Re ha criticato Matteo Salvini, definendolo "cretino".
"O il cretino se ne va con le buone - aveva dichiarato l'europarlamentare vittoriese - o andiamo tutti a Milano in Via Bellerio e lo cacciamo con le cattive”.
A proporre l'espulsione è stato il segretario Alberto Stefani, ottenendo 14 voti favorevoli, 4 contrari e un'astensione.
“Nel momento in cui finalmente, dopo 30 anni di battaglia politica, l’Autonomia richiesta dai Veneti con un referendum sta per essere approvata in Parlamento - aveva già dichiarato Stefani dopo la critica di Da Re - bisogna lavorare e non fare polemica. Mi riferisco soprattutto a chi fa polemiche da anni e ha da poco perso tutti i congressi in Veneto, da ultimo quello Nazionale, e non di poco.
Per rispetto delle nostre migliaia di iscritti che, tra le altre cose sono in aumento del 30%, e dei nostri amministratori, in crescita anche loro (40 nuovi amministratori nel 2024, 90 nel 2022-2023), chi vuole bene al Veneto ed alla Lega deve lavorare, lavorare e lavorare. P.S. La Lega é il secondo partito della coalizione, in Veneto e in Italia, ed il nostro obiettivo é tornare ad essere il primo, rivincendo anche le elezioni regionali del 2025 con un nostro candidato”.
L'espulsione istantanea di Da Re, figura storica della Lega nel Veneto, è stata interpretata come un colpo all'ala veneta del partito, che contesta la linea del segretario e auspica un ritorno alla Lega Nord, più focalizzata sul territorio e meno nazionale. Critica già affermata dal Governatore Veneto Luca Zaia, dopo la bocciatura dell'emendamento per il terzo mandato a Governatori e sindaci a fine febbraio.
Da Re ha reagito alla decisione durante il direttivo a Padova, spiegando il proprio malcontento e quello di altri, ma senza offrire scuse o ritirare le sue affermazioni. Come riportato dal Tgr Veneto, ha chiarito che si trattava di una critica politica e ha sottolineato che cercavano un pretesto per espellerlo.